CON UN PADRE COSÌ...

Come vi piacerebbe avere un marito pagano, crudele, infedele? Ascoltate la descrizione di uno, che si chiamava Acaz. La si trova nella Bibbia, nel Libro dei Re e nel Libro delle Cronache.

“Acaz... non fece ciò che à giusto agli occhi dell’Eterno, suo Dio, come aveva fatto Davide, suo padre; ma seguì l’esempio dei re d’Israele e fece passare perfino per il fuoco suo figlio (lo bruciò in una fornace come sacrificio agli dei), seguendo le pratiche abominevoli delle genti che il Signore aveva cacciate davanti ai figlioli d’Israele; offriva sacrifici e incenso sugli alti luoghi, sulle colline, e sotto ogni albero verdeggiante”, “fece perfino delle immagini di metallo fuso per i Baali” (2 Re 16:2-4; 2 Cronache 28:2).

Acaz era re di Giuda, aveva iniziato a regnare a vent’anni ed era ribelle a Dio, sebbene avesse avuto un padre e un nonno fedeli al Signore. Aveva preso in moglie Abi (o Abija), il cui nome significava “mio padre è Jehova” e “Volontà di Dio”.

Abi era una donna fedele e il nome, che le era stato dato dai genitori, rispecchiava il suo carattere. Era figlia di un certo Zaccaria, contemporaneo del profeta Isaia. Proprio Isaia aveva scelto Zaccaria, perché fosse, insieme al sacerdote Uria, un testimone attendibile di una tragica profezia che aveva scritta (Isaia 8:1).

Da Achaz, probabilmente prima che salisse al trono, Abi ebbe un figlio, al quale mise nome Ezechia, che significa “forte nel Signore” e chissà quanto quella mamma ha pregato perché quel nome divenisse una realtà! Con l’esempio di suo padre c’era da avere paura!

Abi fu esaudita. Ezechia fu un buon re, che fece onore al suo nome, fece del bene a Israele e camminò interamente nelle vie di Dio (2 Cronache capp. 29-32). Infatti, soppresse gli altari sulle colline, dove suo padre aveva fatto sacrifici agli dei pagani e fece a pezzi il serpente di rame che Mosè aveva innalzato, ma che era diventato oggetto di culto (anche i ricordi migliori possono essere travisati!).

Riaperse e restaurò le porte del tempio, ristabilì il sacerdozio, celebrò la pasqua e mise ordine nel culto levitico. Vide una straordinaria liberazione da parte del Signore, ottenendo una grande vittoria sul re d’Assiria. Alla fine della sua vita, ebbe una sbandata e, per il suo orgoglio, fu punito. Ma, nell’insieme, fu un buon re.

Come è possibile che un figlio buono e fedele provenisse da un padre infedele come Achaz?

È vero che la grazia del Signore è sempre più grande di qualsasi peccato, e può fare qualsiasi cosa, ma è anche vero che, si solito, usa degli strumenti umani per manifestarsi e agire. Molto probabilmente il mezzo che Dio trovò a sua disposizione fu proprio Abi, la donna che si chiamava “mio padre è Jehova” e “volontà di Dio”.

Ezechia sapeva troppe cose, per averle scoperte da solo: sapeva che solo Dio deve essere adorato e che gli idoli non sono nulla. Sapeva che il tempio era chiuso, mentre doveva essere un luogo di adorazione e di servizio per Dio. Sapeva che il culto era stato trascurato e che le feste solenni, stabilite da Dio, non erano state osservate. Agì con coerenza. Fece coraggiosamente un bel ripulisti e ristabilì il culto.

Certamente, da adulto, ha ascoltato le profezie di Isaia, ma da piccolo avrà ascoltato soprattutto gli insegnamenti di sua madre e, forse, anche quelli del nonno Zaccaria. Forse, proprio dalla mamma, sarà stato messo al riparo dalle follie religiose del padre, che fece passare altri figli attraverso il fuoco e li sacrificò al demonio. Dalla mamma imparò che Dio è grande e che “onora quelli che lo onorano”. Non solo. Che è un Dio a cui ogni essere vivente renderà conto.

Sia come sia, è essenziale che ai piccoli siano inculcate le verità eterne della Parola di Dio. Non è mai troppo presto per cominciare. Se siamo genitori, o solo mamme o nonne, e in casa c’è un marito o un padre malvagio e infedele, non perdiamo neppure un momento per istruire i piccoli cuori che Dio ci ha affidati. Porterà frutto al momento giusto.

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