Scacciapensieri (brutti)

La domanda con cui ci siamo lasciati l’altra volta era: e se vengono in mente dei pensieri brutti?

Punto primo. Mettetevi l’anima in pace: i pensieri poco belli, brutti, malvagi, pieni di sospetti vi verranno sempre. La ragione è semplice: siamo bacati e lo saremo finché non andremo col Signore e non saremo liberati dalla nostra carne. Allora i nostri pensieri saranno perfetti.

Fino ad allora, dobbiamo non soffermarci a meditare, ricamare, mugugnare sui nostri pensieri cattivi.

Qualcuno ci ha offesi, perdoniamolo e andiamo avanti.

Se qualcuno ci ha confidato qualcosa di brutto, preghiamoci su e teniamolo per noi.

Se abbiamo dei timori e delle preoccupazioni per il futuro, ascoltiamo i versetti che precedono, nella Lettera di Paolo ai Filippesi, capitolo 4, la lista di cose a cui pensare, di cui abbiamo parlato nei blog precedenti. Eccoli: “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamento”.

Preoccuparsi e angustiarsi non serve assolutamente a nulla.

Quando i nostri figli erano tutti e quattro lontani a studiare in America, io, da brava madre italiana, mi preoccupavo per loro. Mangeranno abbastanza? Si copriranno bene quando c’è la neve? Penseranno a questo e a quello? Mia figlia farà attenzione quando torna a casa la sera? Farà dei brutti incontri? Si applicheranno allo studio o perderanno del tempo?

Trent’anni fa, telefonavamo in America un paio di volte all’anno. I telefonini non erano stati inventati ancora e perciò non si potevano neppure mandare messaggini. Mi sono dovuta abituare a fare l’unica cosa intelligente: ho imparato a trasformare le mie preoccupazioni e angustie in preghiere. Il Signore poteva proteggere i miei figli meglio di me. Oggi faccio lo stesso per i nipoti che sono sparsi da tante parti (uno è addirittura professore in Corea del Sud!).

Ma il versetto parla anche di suppliche. Queste sono preghiere ancora più piene di senso di urgenza e di grande bisogno. Sono quelle che si innalzano quando una persona cara è molto malata, quando siamo profondamente rattristati. Nel mio caso sono proprio quelle che faccio quando qualcuno mi ha offesa, a mio parere, ingiustamente e l’offesa brucia.

Dico al Signore che sono arrabbiata, disgustata e non ci vedo più dalla collera. In certi casi, si può cercare di fare buona figura con la gente, e fare buon viso a cattiva sorte, ma Dio ci vede dentro e sa esattamente come siamo. E glielo dico e poi mi metto a ringraziare perché Lui mi capisce e mi può aiutare. Gli chiedo perdono perché la rabbia è una peccato e mi metto a cantare un bel canto come: “Poiché Egli vive, affronterò il domani” e “O Dio, crea in me un cuore puro” (per il bene di mio marito canto “dentro” e non a gola spiegata).

E canto e ricanto finché non succede quello che dice il prossimo versetto: “E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù”.

Provateci. Funziona!

2 commenti:

  1. ...Funziona! Grazie per ogni meravigliosa esortazione ed incoraggiamento, sono davvero più preziosi dell'oro!

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  2. Grazie Maria Teresa, avevo proprio bisogno di sentire ciò che hai scritto!!! Il Signore sa sempre come prendersi cura dei suoi!!!
    Il Signore benedica sempre il tuo lavoro.
    Renata

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