Maria Teresa, non pensavo che mi avresti risposto e io mi ero voluta sfogare. Non mi chiamo neppure Alina, ma volevo restare sconosciuta. Sono però triste e arrabbiata. Mio marito questa non me la doveva fare. Io sono credente da molti anni e lui ha accettato Gesù nel cuore prima di sposarmi. Tutto andava abbastanza bene, ma ora è andato via e veramente mi dispiace tanto di averlo perso. Sono arrabbiata e ferita. Hai ragione sull’età (come hai fatto a indovinare?)
Dimmi cosa devo fare. Aiutami per favore.
Cara Alina, Continuo a chiamarti così per amore della privacy. Io rispondo sempre alle amiche e provo sempre di trovare del tempo per loro. Mi chiedi anche come ho fatto a indovinare sulla vostra età. L’esperienza mi aiuta.
I mariti o se ne vanno poco dopo il matrimonio o sui 50. I primi perché sono delusi e si aspettavano chissà che cosa dal matrimonio e i secondi per la noia, la stanchezza di un rapporto piatto o la voglia di avventura.
Sia come sia, adesso pensiamo a te (o meglio, a voi).
Mi fa piacere che tu sia credente. Questo mi dà speranza. Hai il Signore dalla tua parte, e non è poco! Il credente ha una marcia in più, cioè la presenza in lui dello Spirito Santo, e ha una forza che gli altri non hanno. Spero che la marcia in più ce l’abbia anche tuo marito, anche se ho visto parecchie “conversioni prima del matrimonio” che erano fasulle e solo emotive. Ma non ho nessun motivo di pensare che non sia un credente. Anche i credenti possono prendere delle sbandate...
Ma, per ora, lavoriamo su te. Mi hai detto che le cose fra voi andavano abbastanza bene, e quell’abbastanza mi preoccupa. Vuol dire che non litigavate spesso e andavate avanti per forza di inerzia? Che, senza accorgervene, stavate navigando verso la “separazione in casa”? Succede.
È un pericolo di ogni matrimonio. Si va avanti, si accetta il tran tran, lavoro, casa, figli. Ci si vuole bene, ma piano piano ci si trova uno di qua e uno di là.
Bisogna farci attenzione.
Ma torniamo a te. Prima di tutto, vorrei che tu calmassi la tua rabbia. Quando si è su di giri, non si ragiona in modo razionale. E poi vorrei che tu pensassi seriamente se vorresti che tuo marito tornasse e perché. Poi, se vorresti che tornasse, che tu scrivessi la risposta a queste domande:
- Cosa mi manca di lui? Che cosa mi piaceva di lui? In che cosa lo ammiravo? Per che cosa mi sentivo al sicuro con lui?
- Perché vorrei che tornasse? Se tornasse che cosa gli prometterei di fare? Che cosa gli direi se si presentasse alla porta?
- Che cosa mi chiedeva e io non facevo? Cose piccole, e cose più serie. Tipo non lasciare le luci accese quando esci da una stanza, togliere i capelli dalla spazzola dopo che l’hai usata, essere disponibile quando faceva delle avances a letto, non lasciare il latte fuori dal frigorifero, e non parlare sempre dei parenti difficili.
Poi vorrei che tu gli scrivessi una lettera (non fare una telefonata!) senza recriminazioni, sgridate, lamenti e accuse, in cui metti le risposte a queste domande e gli chiedi di perdonarti per non avere preso abbastanza sul serio i suoi desideri e aver fatto troppo di testa tua in certe cose. Digli che saresti pronta a ricominciare e a perdonarlo. Non ti assicuro di nulla, ma ci proverei.
Fammi sapere.
Nessun commento:
Posta un commento