GRATTA ... E PERDI

Vicino al nostro ufficio di Roma ci sono due bar. Uno produce il migliore cappuccino e i cornetti più gustosi di Roma, l’altro fa un caffè perfetto. Nel primo, il calendario “Una parola per oggi” è appeso, in bella mostra, dietro al banco, mentre la cassa è guardata a vista dalle immagini della Madonna e di Padre Pio.

Nel secondo, niente religione. Ma i festoni con biglietti di lotterie di ogni tipo, quasi non si contano. Lì, decine di persone si dedicano ogni giorno allo sport del “gratta e vinci”. Da quello che sembra, grattano alla grande e perdono i loro pochi soldi, mentre il governo guadagna alle loro spalle.

Le statistiche affermano che sono soprattutto i poveretti (quelli che, nelle dichiarazioni dei politici, non arrivano alla fine del mese) i giocatori più assidui. Sperano nella fortuna, sognano di poter cambiare vita con una bella vincita, si illudono di poter andare chissà dove o di sistemare i figli, e, alla fine del mese, rimangono più poveri di prima.

È stato sempre così. Quando ero ragazza c’erano la lotteria di Tripoli e poi quella di Merano, oggi la scelta non ha fine.

Non c’è dubbio che una bella vincita farebbe piacere a tutti, ma quello che mi colpisce è l’avidità di chi gioca. In una trasmissione TV, offrono a qualcuno 40.000 euro (che non ha mai visti neppure alla lontana) e le rifiuta, perché spera di vincerne 500.000. Poi, finisce piangendo, perché, magari, rimane con niente.

Io non ho mai giocato alla lotteria, perché sono convinta che non sarebbe giusto arricchirsi con quello che altri perdono, e anche perché mi pare che nel gioco c’è una terribile tentazione a diventare amanti del denaro e del facile guadagno. Infatti, molti che cominciano a giocare, non riescono più a smettere.

L’apostolo Paolo, che deve essere cresciuto in una famiglia benestante che lo poteva far studiare in una delle migliori università, ha detto delle cose molto savie sul denaro. Ascoltiamolo, mentre parla a un suo collaboratore, Timoteo.

“Non abbiamo potato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; ma avendo di che nutrirci e coprirci saremo di questo contenti.
“Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione. L’amore del denaro è radice di ogni specie di mali, e alcuni che vi si sono dati si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori”.

Oggi si parla tanto di crisi, ma io vedo i ristoranti pieni, e le strade zeppe di macchine e di moto. Come mai?

Vedo gli impiegati che fanno il tempo pieno che non si mangiano più un panino come qualche anno fa, ma vanno a comprare il cibo già preparato, che gronda di grasso e fa loro male al fegato. Ma un panino con la mortadella non sarebbe altrettanto buono?

Vedo i bambini che vanno a scola con le merendine confezionate, mentre poco tempo fa bastava un piccolo pezzo di pizza bianca (quanto era buona la focaccia genovese che mi portavo a scuola!) anche senza prosciutto o nutella.

Non sarà che ci siamo abituati proprio male e che siamo lavati totalmente di cervello da quello che vediamo in TV? Mi piacerebbe sentire il vostro parere. E poi un’altra domanda un po’ più personale: non sarà che le nostre priorità sono totalmente deformate e che non crediamo più alle parole dette da San Paolo, citate prima di quelle che ho riportate poco sopra: “La pietà (ovvero il timore di Dio) con animo contento del proprio stato è un gran guadagno”? Fatemi sapere.

2 commenti:

  1. Si, cara Maria Teresa, lo vedo anch'io così . e già da tanti anni. Siamo abbituati male - e diventa difficilissimo di abituarsi diversamente. Ma grazie a Dio, lo dico con tutto il cuore, che mi ha insegnato di vivere guardando prima a Lui, e che mi ha dato un cuore contento e grato per tutto quello che ho. Un abbraccio affettuoso da Karin

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  2. ciao Maria Teresa,
    direi che le cose stanno proprio come le hai descritte, non solo la cosa più brutta è che noi stessi che ci professiamo credenti dedichiamo molto della nostra giornata a fare soldi e a sprecare soldi che ha vivere il vangelo. L'amore per il denaro entra nelle nostre vite in maniera cosi graduale ed ingannevole che neppure ci rendiamo conto che stiamo cambiando ....e tornare indietro delle volte è quasi impossibile.
    ciao

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