Un collega è troppo gentile. Che fare?





Sara è single, carina e simpatica. Lavora in una grossa società di assicurazioni e sta arrivando verso quell’età in cui a qualsiasi donna viene un po’ di panico. Infatti, ha da poco superato i trent’anni e non ha mai avuto un fidanzato. C’è stato uno che le piaceva, ma lei non piaceva a lui e, naturalmente non se n’è fatto nulla. Sara è credente, attiva nella sua chiesa evangelica e pronta a parlare della sua fede.

Mi ha confidato che c’è un collega di lavoro che si mostra molto gentile, la complimenta e trova spesso una scusa per fermarsi a chiacchierare nel suo ufficio. A volte, le ha offerto un cappuccino al bar dell’ufficio. È sposato, ma dice che non va d’accordo con la moglie, che trova “piatta”.

Sara mi ha chiesto cosa deve fare per toglierselo dai piedi. Ammette che è un tipo simpatico e piacevole, ma sa perfettamente che deve tenere le distanze. Eccome!

Diciamo con franchezza che a noi donne i complimenti fanno piacere e che tendiamo a reagire positivamente a chi ce li fa (quante mogli mi hanno detto che andrebbero in estasi se ne ricevessero alcuni dal marito!). Se parliamo con uno che è spiritoso, rispondiamo cercando di essere altrettanto spiritose. Se uno esprime scontento e tristezza, invariabilmente proviamo un sentimento di materna compassione. Perciò dobbiamo imparare a stare in campana.

Nel suo caso, cosa dovrebbe fare Sara, senza diventare antipatica e maleducata?

Per cominciare, deve tenere un contegno assolutamente professionale. Se il collega scherza e fa lo spiritoso, lei non deve reagire nello stesso modo e deve continuare a lavorare tranquillamente. Rispondere ai complimenti lancia un segnale che può essere interpretato molto male.

Se lui le vuole offrire un cappuccino, può dire che non lo desidera oppure suggerire di andarlo a prendere anche con un’altra collega.

Quando c’è da discutere su una pratica d’ufficio, farlo in presenza di qualcuno e tenere la porta dell’ufficio aperta.

Non accettare nessun gesto troppo amichevole, fosse solo permettergli di toccarle un braccio.

Sembra poco spirituale, ma non sarebbe savio parlare al collega della propria fede. Il tasto spirituale spesso è un amo pericoloso. Molti uomini lo usano non per abboccare, ma per pescare e allargare e “approfondire” l’amicizia.

Quando parla poco bene di sua moglie, non fare commenti. A nessuno piace parlare con un muro che non reagisce. Se continua coi lamenti, buttare lì l’offerta: “C’è un bravo consulente matrimoniale che frequenta la mia chiesa. Penso che potrebbe essere di aiuto a te e a tua moglie. Se vuoi, ti dò il suo numero di telefono”.

Se continua con le avances e propone addirittura un’amicizia (spesso succede), tagliare corto dicendo: “Non ho nessuna intenzione di fare qualcosa che potrebbe mettere il tuo matrimonio a rischio. Spero che tu lo capisca e intendo essere solo una collega”. Punto e basta.

Rendo l’idea? Altri suggerimenti per Sara?

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