La volta scorsa vi ho detto che tempo fa ho conquistato una vicina difficile. Adesso vi dico come.
Allora, era un tipo sui 60, coi capelli tinti nero corvino, le labbra sottili e sempre un po’ sarcastiche. E lo sguardo che sembrava sempre pronto alla battaglia. Ce l’aveva un po’ con tutti, perché sporcavano la scala, i bambini facevano chiasso, le donne sbattevano la loro polvere sulla sua biancheria stesa e, colmo dei colmi, non tutti la salutavano.
Viveva da sola e passava molto tempo seduta dietro una porta-finestra a tenere d’occhio la situazione e i vicini. Una volta mi ha detto che i miei bambini erano carini, ma un po’ troppo troppo “libertini”. Li avrei dovuti controllare di più!
Lei, dal canto suo, non controllava il volume mooooooolto alto della TV e vuotava il suo posacenere dalla finestra sulla biancheria stesa al piano di sotto.
Così ho deciso di passare all’offensiva e di mettere in pratica il versetto del vangelo che riporta le parole di Gesù: “Fate agli altri quello che vorreste fosse fatto a voi”.
Ho fatto una bella torta al cioccolato, soffice e saporita. L’ho farcita e l’ho ricoperta con la glassa, di cioccolata pure quella, NON ci ho messo dentro né del veleno né della purga. Poi sono andata a suonare alla sua porta.
“Chi ééééééé?”
“Sono Maria Teresa, la vicina, la mamma dei bambini vivaci!”
“Ah, adesso apro!” Sibilìo cigolante di quattro chiavistelli e la porta si socchiude.
“Ho fatto una torta per noi (era vero!) e ho pensato che le avrebbe fatto piacere assaggiarla...”
“E come mai, proprio io?”
“Così. Volevo dirle che le voglio bene e che mi dispiace che sia sempre sola. Un po’ di dolcezza nella vita non fa mai male...”
“Entri e la poggi lì sul tavolo. Non si doveva disturbare.” La sua sorpresa e il suo imbarazzo si potevano tagliare col coltello.
“Non voglio disturbare” ho detto. “Spero che le piaccia. E se vuole venire a trovarmi qualche volta...”
Silenzio. Ma i bambini “libertini” sono diventati improvvisamente “cocchini”, il portacenere è stato vuotato altrove e le labbra sottili e beffarde per me si sono aperte in un sorriso.
Volete la ricetta della torta magica? Cliccate sulla torta.
Allora, era un tipo sui 60, coi capelli tinti nero corvino, le labbra sottili e sempre un po’ sarcastiche. E lo sguardo che sembrava sempre pronto alla battaglia. Ce l’aveva un po’ con tutti, perché sporcavano la scala, i bambini facevano chiasso, le donne sbattevano la loro polvere sulla sua biancheria stesa e, colmo dei colmi, non tutti la salutavano.
Viveva da sola e passava molto tempo seduta dietro una porta-finestra a tenere d’occhio la situazione e i vicini. Una volta mi ha detto che i miei bambini erano carini, ma un po’ troppo troppo “libertini”. Li avrei dovuti controllare di più!
Lei, dal canto suo, non controllava il volume mooooooolto alto della TV e vuotava il suo posacenere dalla finestra sulla biancheria stesa al piano di sotto.
Così ho deciso di passare all’offensiva e di mettere in pratica il versetto del vangelo che riporta le parole di Gesù: “Fate agli altri quello che vorreste fosse fatto a voi”.
Ho fatto una bella torta al cioccolato, soffice e saporita. L’ho farcita e l’ho ricoperta con la glassa, di cioccolata pure quella, NON ci ho messo dentro né del veleno né della purga. Poi sono andata a suonare alla sua porta.
“Chi ééééééé?”
“Sono Maria Teresa, la vicina, la mamma dei bambini vivaci!”
“Ah, adesso apro!” Sibilìo cigolante di quattro chiavistelli e la porta si socchiude.
“Ho fatto una torta per noi (era vero!) e ho pensato che le avrebbe fatto piacere assaggiarla...”
“E come mai, proprio io?”
“Così. Volevo dirle che le voglio bene e che mi dispiace che sia sempre sola. Un po’ di dolcezza nella vita non fa mai male...”
“Entri e la poggi lì sul tavolo. Non si doveva disturbare.” La sua sorpresa e il suo imbarazzo si potevano tagliare col coltello.
“Non voglio disturbare” ho detto. “Spero che le piaccia. E se vuole venire a trovarmi qualche volta...”
Silenzio. Ma i bambini “libertini” sono diventati improvvisamente “cocchini”, il portacenere è stato vuotato altrove e le labbra sottili e beffarde per me si sono aperte in un sorriso.
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