Due liceali sono stati puniti perché hanno rifiutato di inginocchiarsi e partecipare a una preghiera a Allah, durante un corso di studio sulla religione musulmana. Un genitore ha protestato dicendo che non obbiettava al fatto che suo figlio fosse informato su altre religioni, ma che obbiettava al fatto che si chiedesse agli studenti di pregare un dio che essi credono sbagliato. E bravo lui!
Sempre in Inghilterra, un padre è stato arrestato e ha passato una notte in prigione, a causa di una denuncia per maltrattamenti al figlio di otto anni.
Cosa era successo? Il padre era andato al supermercato col figlio che si era poi allontanato per curiosare fra le corsie per conto suo. Quando il padre lo ha cercato, il bambino era introvabile. Cerca qui e carca lì, richiami con l’altoparlante. Niente.
Finalmente il bambino è stato trovato dal padre fuori dal negozio, nel parcheggio, in mezzo alle macchine. Il padre, allora, ha dato una bella sculacciata al ragazzo per fargli ricordare di non allontanarsi senza avvisare. Un passante ha visto la scena, ha preso il numero della targa della macchina e ha fatto la denuncia. La Polizia ha fatto il resto.
Il padre dopo aver spiegato ampiamente l’accaduto è stato rilasciato con le scuse dei poliziotti. Ma, dopo una notte al fresco!
E il ragazzo? Se le totò sono state abbastanza consistenti avrà imparato che è meglio non ripetere la fuga. Se erano blande, avrà capito come si fa a mandare in galera il padre. Basta una telefonata. Oggi, a forza di telefoni azzurri e di provvedimenti per la protezione dell’infanzia, ai genitori, piano piano, è tolta la prerogativa, data loro da Dio, di allevare i figli “in disciplina e ammonizione del Signore”, come insegna la Bibbia.
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