Che razza di cristiani siamo?

Salve, eccomi di nuovo a chiacchierare con voi. Vi avevo promesso di farvi leggere un foglietto scritto da Guglielmo, mio marito, intitolato CHE RAZZA DI CRISTIANI SIAMO? Eccolo.

Lo ha scritto più di 50 anni fa, eppure è molto attuale. Questo dimostra che il Vangelo va bene in tutte le epoche. Sia quella dei dinosauri che quella degli iPods.

“Sono Italiano” mi dice uno. Vuol dire, penso io, che è nato in Italia o, comunque, che è cittadino italiano. Lo dimostra con una carta d’identità. E, come italiano, farà attenzione a adempiere i suoi obblighi da buon cittadino.

“Sono un medico” mi dice un altro e io capisco che cosa ha studiato, che ha fatto l’università e ora ha il diritto di curare la gente.

“Sono cristiano” mi dice un altro. Beh, a questo punto non so esattamente cosa pensare. Sarà cristiano, ma non ho notato in lui niente di speciale e non sembra avere la minima idea di cosa abbia detto Cristo. Perciò mi domando che razza di cristiano sia. Essere italiano implica degli obblighi. Essere dottore anche.
È possibile che “essere cristiano” sia solo un modo di dire?

Quando glielo chiedo, mi spiega: “Sono stato battezzato cristiano”.

Ma che? È mai possibile che Cristo abbia inteso fare dei cristiani per mezzo di qualche goccia d’acqua versata sulla testolina di un bambino innocente? Che, in quel momento, non sapeva neppure quello che gli stavano facendo, non poteva dire il suo nome e neppure poteva dire se preferiva essere cristiano, buddista o musulmano.

Allora, che razza di cristiani siamo? Ogni giorno sentiamo notizie di rapine, omicidi, suicidi, delitti, processi, frodi e malvagità di ogni genere. Siamo arrivati al punto che è difficile fidarsi degli altri. Le serrature non sono una vera sicurezza per le case e le porte blindate neppure.

Le biciclette, le moto, le auto spariscono ogni giorno, malgrado le precauzioni di proteggerle. La corruzione aumenta. Donne e bambini o ragazzi più deboli e incapaci di difendersi sono aggrediti. Le autorità non riescono a frenare le truffe e neppure i preti riescono a tenersi lontani dagli scandali.

Perciò è sbagliato dire che siamo tutti cristiani, quando Cristo ha invece detto: “Amatevi gli uni gli altri” e il grande apostolo Paolo, uno dei missionari più grandi che sia mai esistito, ha detto ai cristiani: “Guardate che nessuno renda male per male. Anzi, procacciate il bene gli uni degli altri e il bene di tutti. Deponete tutte queste cose: ira, collera, maldicenza, malignità e non vi escano dalla bocca parole disoneste. Non mentite gli uni agli altri. Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare con le proprie mani. Se qualcuno non vuole lavorare, non deve neppure mangiare”.

Quanto sarebbe diverso il nostro paese, se i cristiani di nome fossero anche cristiani di fatto. Se le lezioni di etica e di morale ci potessero cambiare, saremmo tutti a posto, perché le prediche non ci mancano. E se il battesimo e altri riti religiosi ci potessero riformare, l’Italia sarebbe un paradiso.

La conoscenza di ciò che è bene e di quello che è male non ci manca. Ma non basta. L’unica cosa che ci può aiutare è capire le parole che Gesù ha detto duemila anni fa a un religioso e agire di conseguenza: “In verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio”.

Ecco allora il segreto. Ci vuole una nuova nascita spirituale, una rigenerazione fatta da Dio, affinché la nostra anima possa essere salvata e sia messa in grado di far piacere a Dio. La morale, i riti e le dottrine della chiesa non ci possono arrivare.

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