Gesù, per spiegare l’importanza della sua morte, si è
paragonato a un granello di frumento messo nella terra e ha detto che “se non
fosse morto, sarebbe rimasto da solo, ma se fosse morto, avrebbe prodotto molto frutto” (Giovanni 12:24). E ha
detto pari pari: Se volete vivere davvero, dovete morire. È uno dei paradossi
di cui la Bibbia è piena. Ma quanto è vero! Materialmente e spiritualmente.
Durante la seconda guerra mondiale chi non aveva i soldi per
comprare cibo al mercato nero, faceva letteralmente la fame o si arrangiava.
Dato che un litro d’olio costava poco meno dello stipendio mensile di mio
padre, non ne abbiamo più usato e ci siamo arruolati nell’esercito di chi si
arrangiava.
Ecco come, almeno per un certo periodo.
I genitori di una mia amica avevano una villa con molto
terreno, e io ho chiesto se me ne facevano coltivare un pezzetto. Ci avrei
messo il lavoro e i semi e le pianticelle da trapiantare e avrei portato a casa
i prodotti. Affare fatto.
Non ero l’unica. Accanto a me lavoravano alcuni altri “che
si arrangiavano” nel loro “orticello di guerra”, come veniva chiamato
ufficialmente dal regime fascista (ci avevano fatto su anche una canzoncina!).
Ho imparato molto, facendo la contadina. Per esempio, dalle
patate. Si mettono nel solco dei pezzi di patata (sottratta furtivamente al minestrone
famigliare), che poi germogliano, producono una pianta, dalle cui radici poi
spuntano le patate nuove. Ci vuole del tempo e bisogna pazientare, ma è bello,
quando le piante in superficie mettono dei fiori, zappare gentilmente e scavare fino a che non
si trova un esercito di patatine, prodotte da quel pezzo di patata primitivo. La
patata originale non c’è più. Si è sfatta e putrefatta, è morta, per dar vita
alle nuove patate.
A volte, mi è capitato di trovare una patata che non si era
sfatta. Era dura, grinzosa e inutile. Da buttare. Se aveva un cervello (anche di
patata!), forse ha ragionato così: “Io voglio vivere a modo mio... io non sono
come le altre patate. Patata sono e patata intera e indipendente voglio
morire”. Si è chiusa in se stessa e non
è servita a nulla.
Nella vita cristana o fai come dice Gesù o fai la fine della
patata indipendente, dura, vecchia, grinzosa e inutile. Infatti Gesù, continuando
il suo ragionamento sul granello di frumento, ha affermato: “Chi ama la sua vita la perde e chi odia la
sua vita in questo mondo la conserverà in vita eterna”.
Gesù è morto, si è annientato prendendo il nostro castigo. Dopo
tre giorni è risuscitato in un’esplosione di vita e ha reso possibile per noi la
salvezza eterna. A un patto: che ci rendiamo
conto di essere peccatori perduti e crediamo con tutto il cuore a ciò che Egli ha detto e fatto. A chi
lo segue, Egli ha promesso una vita abbondante, fruttuosa, fertile. “Molto
frutto”, come nel caso del granello di frumento che cade in terra e produce
molto frutto.
A questo punto sorge
una domanda: come mai tanti che si dichiarano credenti portano così poco
frutto, sono sterili e, oltre tutto, poco felici?
Le risposte e le spiegazioni sono numerose. Ne parleremo in
questo mese di luglio. Intanto assicurati se sei un granello di frumento che è
stato seminato dal Signore, è caduto nella buona terra e ha le carte in ordine
per portare frutto. Alla prossima!
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