“Quando avrai eliminato tutte le tue cattive qualità, fai
attenzione perché ti rimangono ancora quelle buone. Sono pericolose.” L’ho
letto da qualche parte e mi è rimasto appiccicato nella mente, perché è una
verità sacrosanta.
Se avete una certa familiarità con l’Antico Testamento
ricorderete la storia di Rebecca, che è nel Libro della Genesi. Quando il servo
di Abramo, che andava alla ricerca di una buona moglie per Isacco, la incontrò
per la prima volta, dimostrò di essere forte come un’atleta (si offrì per dare
da bere ai suoi cammelli, bestie che si bevono 200 litri d’acqua come
niente, e lo fece), gentile come una perfetta donna di casa, ospitale e
determinata nelle decisioni. Una bomba di donna, che dopo che ebbe sposato
Isacco, continuò a essere una donna di valore.
Ebbe due gemelli, Esaù e Giacobbe, dopo vent’anni di
matrimonio. Prima che nascessero, Dio le aveva rivelato che il secondo a
nascere avrebbe ereditato una benedizione speciale nella discendenza della
famiglia. La cosa le fece molto piacere e Giacobbe divenne il suo beniamino,
mentre Esaù, nato per primo, divenne il favorito di Isacco.
Da vecchia, quando sentì che Isacco intendeva dare la benedizione
a Esaù anziché a Giacobbe, la sua intraprendenza prese il sopravvento: mise
insieme un raggiro, degno di qualsiasi Messalina, per raggiungere il suo
intento. Il suo piano la portò a mentire lei e a spingere Giacobbe a mentire, a
ingannare il marito, a seminare l’odio e il desiderio di vendetta nel cuore del
fratello diseredato, a dividere i due fratelli. Alla fine, fu costretta a far fuggire in gran fretta
Giacobbe, per salvarlo dalle ire di Esaù. Non lo rivide più.
Sua suocera, Sara, moglie di Abramo, in altre circostanze e
tempo prima, aveva maneggiato pure lei (certe donne dell’Antico testamento non
se ne stavano esattamente con le mani in mano o solo a filare la lana nella
loro tenda!) e aveva combinato un altro bel guaio pure lei... Da Adamo in poi,
dove sono andati a finire i mariti-leader?
Cosa avrebbe, invece, dovuto fare Rebecca? Starsene calma,
parlare col marito della promessa di Dio, che anche lui conosceva molto bene, e
aspettare che Dio agisse. È sempre sbagliato mentire e ingannare (fosse pure a
fin di bene, come si dice troppo spesso). È estremamente pericoloso cercare di
“aiutare” Dio a compiere i suoi piani con i nostri metodi umani. Molti dicono
che lo fanno per difendere l’onore di Dio... Scherziamo?
Adesso, però, noi donne mettiamoci la mano sulla coscienza.
A noi piace controllare, manovrare dietro le quinte, far succedere le cose,
suggerire ai mariti questo e quello e, con i nostri “savi” consigli guidare la famiglia,
il parentado, il commercio, la politica e perfino la chiesa di cui facciamo
parte. È un qualcosa che è insito in noi tutte.
Ma è un atteggiamento che dobbiamo far morire e considerare
un grosso pericolo, se vogliamo vivere una vita felice, serena e fruttuosa per
Dio. Non si tratta di rinunciare a usare i nostri doni e le capacità che Lui ci
ha date. Si tratta solo di capire e accettare il fatto che per onorarlo
davvero, dobbiamo mettere noi stesse e la nostra personalità e le nostre
capacità ai suoi piedi e permettergli di usarci come vuole Lui e secondo il suo
piano stabilito da tutta l’eternità e spiegato nella sua Parola.
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