Talis pater...


Vivere bene per fare del bene è importante.

La volta scorsa, ci siamo soffermati sul comando di Gesù di fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi. È un comando, che deve essere accompagnato da un buon esempio costante.  Se qualcuno ci imiterà sarà bello. Se non ci imiterà, pazienza! Avremo, però, fatto la cosa giusta.

Molti anni fa, ho partecipato a un corso di Teologia pastorale, che era un titolo pomposo di un corso su come come aiutare i credenti a progredire e a migliorare nella loro vita spirituale.

Un pastore evangelico con molta esperienza, cominciando la sua lezione sull’importaza del nostro esempio, ci ha raccontato che, in una chiesa in cui aveva servito, anni prima e in cui c’era l’abitudine di recitare il Padre nostro, ha proposto di recitarlo in prima persona. Ha cominciano con “Padre nostro che sei nei cieli ...” e poi ha guidato i credenti a dire: “Dammi oggi il mio pane quotidiano, rimettimi i miei debiti, come io li ho rimessi ai miei debitori, non mi esporre alla tentazione, ma liberami dal maligno”.

Una preghiera simile, secondo lui, avrebbe dovuto spingere a un profondo esame di coscienza, e avrebbe aiutato i presenti, tutti stagionati membri di chiesa, a capire l’importanza di vivere giustamente e, di conseguenza, di essere dei buoni esempi. Mica male, come idea, non vi pare?  

Alla fine del culto, una vecchia signora, gli ha stretto la mano e gli ha detto: “Mi è piaciuta la sua preghiera. Era ora che lei pensasse a lei stesso e non predicasse solo a noi!”.

Sia che ci capiscano o no, che ci seguano o no, è importante, per vivere bene col prossimo, essere dei buoni esempi. Onestà, cortesia, altruismo devono essere il nostro stile di vita, si spera, contagioso.

L’Apostolo Paolo diceva ai credenti: “Le cose che avete imparate, ricevute, udite e viste in me, fatele” e “Siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo” (Filippesi 4:9; 1 Corinzi 11:1).

Una sfida simile, senza paragonarmi a Cristo, l’ho lanciata una volta ai miei figli, quando erano piccoli, riguardo a una certa cattiva abitudine che stavano prendendo: “Se mi vedete farlo, lo potete fare anche voi” ho detto. Quattro carabinieri, in missione speciale, non mi avrebbero sorvegliata di più!

Paolo deve avere avuto una vita irreprensibile se poteva esortare i credenti a imitarlo, come lui imitava Cristo! Ai credenti di Efeso ha addirittura detto: “Siate imitatori di Dio” (5:1) e a Timoteo ha fatto una bellisima esortazione: “Sii d’esempio ai credenti nel parlare, nel comportamento, nell’amore, nello spirito, nella fede, nella purezza” (1 Timoteo 4:11).       

Come genitori, nonni, amici, insegnanti, fratelli e sorelle di chiesa siamo osservati tutto il tempo. Siamo imitati nel bene e, purtroppo, anche nel male. A volte si possono riconoscere di chi sono figli certi ragazzi, non solo da una certa aria di famiglia, ma anche dal mondo in cui si comportano. Le figlie di madri pettegole, pettegolano. I figli di padri laboriosi, amano lavorare. Chi vive in una famiglia puntuale, ama arrivare in orario.

Mio marito, quando i figli erano piccoli, una volta tornato a casa dall’ufficio, dopo aver preso i figli a scuola, amava sedersi in camera a leggere il giornale sorseggiando un bicchiere di succo di frutta, mentre io preparavo il pranzo. Era un qualcosa che lo rilassava  gli faceva staccare un po’ la spina, prima del pasto in famiglia.

Un giorno, “sentendo” un certo silenzio preoccupante, di solito foriero di malanni, sono andata a sbirciare nella stanza dei ragazzi. Per fortuna, c’era calma e uno dei gemelli stava seduto con le gambe incrociate esattamente come il padre, con un bicchiere in mano, come il padre, mentre leggeva TEX.  L’unica differenza era il genere della lettura. Non ho potuto fare a meno di sorridere e di pensare al proverbio latino “talis pater, talis filius” e al proverbio “quale la madre, tale la figlia” che il profeta Ezechiele ha citato non in termini lusinghieri (16:44), per parlare della corruzione dilagante in Israele e nei paesi confinanti.

Quello che noi genitori facciamo si ripete nella condotta dei figli e, prima o poi, dei nipoti. O in bene o in male. Perciò è bene chiederci ogni giorno: che esempio stiamo lasciando?
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