Non c’è niente di più noioso di avere a che fare con una persona negativa. Proponi una cosa e ti risponde che non le piace. Fai un commento positivo e te lo smonta. Le comunichi un progetto e dice che è troppo ambizioso e non può riuscire.
Per vivere bene e fare del bene, è importante impegnarsi con entusiasmo e ottimismo in quello che si fa. Così si contagia chi ci sta vicino e la nostra presenza diventa utile come una ventata di aria fresca d’estate o il calore di una stufa d’inverno.
Nel Libro dei Numeri, nell’Antico Testamento (capp. 13,14), si racconta che, dopo che gli Ebrei avevano lasciato l’Egitto e avevano attraversato miracolosamente il Mar Rosso, Mosè inviò dodici esploratori, un rappresentante di ogni tribù, a osservare il paese che Dio aveva loro promesso e a dare un rapporto di ciò che avevano visto.
I dodici partirono, esaminarono la situazione e ne rimasero meravigliati. In una vallata videro delle vigne magnifiche e addirittura staccarono un grappolo d’uva così grosso e monumentale che dovettero metterlo su una stanga per portarlo. Raccolsero anche fichi e melagrane. Tornarono dopo quaranta giorni e fecero il loro rapporto a Mosè.
“Noi arrivammo nel paese dove tu ci mandasti, ed è davvero un paese dove scorre il latte il miele ed ecco alcuni dei suoi frutti...”
“PERÒ (ecco l’atteggiamento negativo!) il popolo che abita il paese è potente, le città sono fortificate e grandissime, e vi abbiamo visto anche dei figli di Anac.” Ci sono gli Amalechiti, gli Ittiti, i Gebusei e gli Amorei e Cananei… “tutta la gente è di alta statura e vi abbiamo visto anche i giganti, figli di Anac... di fronte a loro ci sembrava di essere delle cavallette e tali sembravamo anche a loro”. “Noi non possiamo salire contro questo popolo che è più forte di noi...” e convinsero il popolo a ribellarsi contro Mosè.
Non ci vuole niente per scoraggiare la gente. Con le loro critiche e le profezie di sciagure, alcune persone a volte riescono a mandare a monte dei progetti molto buoni, nelle chiese, nei condomini e nelle associazioni.
Ma non in questo caso, perché i progetti di Dio non crollano. Fra i dodici esploratori, c’erano due uomini di fede che la vedevano in un altro modo. Si chiamavano Caleb e Giosuè.
Caleb invece disse: “Saliamo pure e conquistiamo pure il paese, perché possiamo riuscirci benissimo...” e Giosuè cercò di convincere il popolo: “Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese buono, molto buono. Se il Signore ci è favorevole, ci farà entrare in quel paese e ce lo darà; è un paese dove scorre il latte e il miele. Soltanto non vi ribellate al Signore e non abbiate paura...”.
Per farla breve, la ribellione fu calmata, Dio non punì immediatamente i ribelli, rispondendo alle suppliche di Mosè. Essi, però morirono tutti nel deserto senza entrare nel paese promesso. Solo Caleb, Giosuè con le loro famiglie e i figli giovanissimi dei ribelli ci entrarono.
Le promesse di Dio sono vere, le sue benedizioni sono sicure e la forza per mandare ad effetto i piani di Dio ci verrà data. Come ha detto Caleb: “Possiamo riuscirci benissimo”.
Gesù ha ordinato di andare in tutto il mondo a predicare il Vangelo. Andiamoci, con la sua forza. Approfittiamo finché abbiamo la libertà di farlo, anche se i problemi non mancano.
La Parola di Dio dice di fare del bene a tutti senza stancarci. Facciamolo. Dice di vincere il male col bene. Vinciamolo. Ordina di servire con gioia e di non scoraggiarci, sapendo che la nostra fatica non è inutile.
Dopo tutto, come diceva il Salmista : “L’opera mia (nostra) è per il Re”. E quando il Re comanda, è meglio fare quello che dice!
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