Dopo aver detto che la Sacra Scrittura, cioè la Bibbia, può fornire la sapienza che porta alla salvezza, l’Apostolo Paolo scrive a Timoteo che tutta la “Scrittura è ispirata da Dio (permeata dal soffio dello Spirito Santo) e utile a insegnare...” (2 Timoteo 3:16).
Nessuno nasce istruito. Anche il bambino più intelligente, se non va a scuola, rimarrà ignorante. Tutti siamo dovuti andare a scuola per imparare a leggere, a scrivere e a far di conto, come si diceva un tempo, ovvero capire l’importanza dei numeri e imparare a usarli.
Nessuno nasce con la conoscenza di Dio, anche se istintivamente sa che esiste (Dio gliel’ha messo nell’intimo del suo essere, Ecclesiaste 3:11).
Solo la Bibbia spiega come è e indica la strada per conoscerlo e come avvicinarci a Lui.
Dice che è il Creatore e che dal nulla ha creato l’universo in cui viviamo, che lo ha creato in sei giorni e lo ha fatto perfetto. Dice come mai l’uomo, perfetto al principio, è diventato malvagio e peccatore. Racconta il diluvio universale, nominato anche dalle tradizioni pagane, che però non dicono che fu la punizione divina per la malvagità delle persone.
Racconta l’origine e la storia del popolo ebraico, come sono stati dati i comandamenti, come Dio ha ammonito, per mezzo dei profeti, il popolo che aveva scelto e che diventava sempre più ribelle e infedele, e, nel Nuovo Testamento, descrive la venuta, la vita e l’opera di Cristo e la formazione e sviluppo della chiesa primitiva.
Ciò che dobbiamo sapere di Dio e della sua volontà si trova nella Bibbia. Infatti essa ci insegna come vivere, come comportaci in famiglia, come lavorare, come usare i soldi, come essere buoni cittadini e come morire avendo non una speranza vaga di farcela in qualche modo, ma con la certezza del cielo. Insomma, ci insegna tutto. Perfino come fare bene all’amore. E non è poco, dato che è un libro di religione.
Però, a una condizione: la Bibbia bisogna leggerla nella maniera giusta e, soprattutto, con l’atteggiamento giusto.
Il Salmista Davide lo indica nel Salmo 86. “O Eterno” pregava, “insegnami la tua via: e io camminerò nella tua verità” (v.11).
È assolutamente inutile leggere la Bibbia se non si ha intenzione di ubbidire a quello che Dio dice e comanda. Dio è il Signore e le leggi le fa Lui. Se non si ubbidiscono, le sue parole rimangono per noi ora lettera morta e un giorno saranno un motivo di giudizio e di condanna. Infatti, noi tutti risponderemo a Dio di come abbiamo reagito davanti alle sue parole.
Poi Davide continua: “Unisci il mio cuore al timore del tuo nome”. Il timore di Dio non è paura, ma è il desiderio di fargli piacere. Se nel mio cuore ho il profondo desiderio di onorarlo, farò quello che mi insegna e mi dice. Non è possibile amare qualcuno, senza avere l’intenzione di compiacerlo.
Il risultato sarà la gioia: “Io ti loderò, Signore, Dio mio, con tutto il mio cuore e glorificherò il tuo nome in eterno” (v.12).
La Bibbia fa dell’altro. Ne parliamo la prossima volta.
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