Servire bene per vivere bene


Si può servire molto male. Giacomo, nella sua lettera, dice che “se avete nel vostro cuore avete amara gelosia e spirito di contesa, non vi vantate e non mentite contro la verità” (3:14). Anche nelle chiese troppe cose e troppi progetti vengono fatti o disfatti per ripicca.

Proprio pochi giorni fa, mio marito, parlando con un anziano, ha saputo che dalla loro chiesa una sorella (speriamo che lo sia!) ha capeggiato una ribellione e ha portato via una decina di persone. Per spiegare le sue ragioni aveva preparato pure un powerpoint! Un amico di mio suocero, pastore per più di 50 anni, aveva l’abitudine di dire che nelle chiese, grazie a Dio, ci sono molte “addizioni” benedette, quando le persone si convertono, ma anche delle “sottrazioni” benedette quando certi membri se ne vanno.

Paolo, il grande apostolo, ha scritto ai credenti di Filippi che c’erano alcuni che predicavano il Vangelo, per rivalità e non per sincerità, sperando di fargli rabbia. Che meschinità ci può essere anche sotto la facciata del servizio cristiano!

C’è un altro modo di servire male. E questo capita a tutti, certo è successo a me. Si può servire con irritazione. Il caso classico è quello di Marta, la sorella di Maria e Lazzaro, che si affannava per preparare un buon pranzo al Signore Gesù e ai suoi discepoli, ma era irritata da morire con sua sorella che non l’aiutava. Era così irritata che se l’è presa perfino col Signore e il Signore l’ha dovuta riprendere gentilmente, ma fermamente.

Allora, come si deve servire?

* Come scopo della vita. Il Signore Gesù ha detto che era venuto sulla terra “non per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita per noi” (Marco 10:45). Dovrebbe essere anche lo scopo nostro (1 Giovanni 3:16).

 *Senza cercare ricompense e riconoscimenti. Il Signore Gesù ha detto: “Quando avrete fatto tutto ciò che vi è comandato, dite: Noi siamo servi inutili, abbiamo fatto quello che eravamo in obbligo di fare” (Luca 17:10).

La riconoscenza non è una virtù molto diffusa. Se c’è, bene. Se non c’è, noi abbiamo, in ogni modo, fatto la nostra parte.

*Con amore e senza scoraggiarci. “Per mezzo dell’amore, servite gli uni gli altri”, “non ci scoraggiamo nel fare il bene, perché se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo. Finché ne abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti, ma soprattutto ai fratelli in fede” (Galati 5:13; 6:9,10). Chi vive abbastanza a lungo come ho vissuto io, sa che è vero.

* Con umiltà senza mettersi in mostra. Non servendo per essere visti, come per piacere agli uomini, ma come servi di Cristo. Fate la volontà di Dio di buon animo, servendo con benevolenza , come se serviste il Signore e non gli uomini; sapendo che ognuno, quando avrà fatto qualche bene, ne riceverà la ricompensa dal Signore, servo o libero che sia” (Efesini 6:6-8).

Essere veramente umili è impossibile, perché il nostro orgoglio fa sempre capolino. Cerchiamo di tenerlo a bada, e facciamo del nostro meglio. A tenerci umili, in ogni modo, ci pensa il Signore!
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