Rallegratevi


“Meno male che non era forcelluto!” diceva un tale che aveva un occhio solo. Aveva perduto l’altro occhio cadendo da un albero. Era precipitato a testa giù e un rametto per terra gli si era conficcato in un occhio, danneggiandolo irreparabilmente. Lui era rimasto cieco da un occhio, ma andava in giro dicendo che era una gran fortuna che il rametto non fosse “forcelluto”.              

Non so se questa storia, che stava nella mia antologia delle medie ed era nella sezione dei  raccontini morali, parli in un fatto vero. Penso che fosse un pio insegnamento medioevale, dato che oggi nessuno userebbe mai la parola “forcelluto”. Ma il succo della storia è buono. Bisogna cercare di vedere sempre qualcosa di positivo in quello che ci succede. Purtroppo  pochi lo fanno.

Parlando con le persone è molto più facile sentire lamenti, brontolii e critiche. E, di solito, i lamenti riguardano cose che non si possono granché cambiare.

Anche i credenti, quanto a lamenti, non sono da meno. E fanno male.

Prima di tutto, fanno male a se stessi, perché soffermarsi a pensare alle cose che vanno storte non le rende dritte. Peggio ancora, sotto sotto, dimostra una certa ribellione verso il Signore che le ha permesse. Se esprimessero a alta voce i loro pensieri direbbero: “Questa il Signore non me la doveva fare! Non me la meritavo!”

In secondo luogo, rendono triste (o annoiato) chi sta loro vicino. Il che non è mai una buona idea se si vogliono avere degli amici.

E terzo, danno una cattiva testimonianza. Chi avrebbe voglia di conoscere un Dio che ha figli tristi, malinconici, depressi e lamentosi?

L’apostolo Paolo nella sua seconda lettera ai credenti della chiesa di Corinto, li saluta dicendo: “Rallegratevi”. Rallegratevi in che cosa e per che cosa? Vediamo.

Prima di tutto per la loro salvezza. Gesù ci offre in dono la vita eterna, cioè la possibilità di conoscere Dio e Lui stesso, ora e nell’eternità. E non è poco! L’eternità non sarà sufficiente per godere la presenza del Padre che ci ha amati tanto da sacrificare suo Figlio per pagare il nostro debito di peccatori. Non basterà l’eternità per ringraziarlo, lodarlo e adorarlo.

Ma c’è di più: nel nostro cuore oggi vive lo Spirito Santo, il Consolatore, la terza Persona della Trinità, Dio stesso. Egli ci guida, ci insegna, ci aiuta a pregare, ci rende forti e aumenta la nostra fede.

E poi, abbiamo la Parola di Dio, la Bibbia, che possiamo consultare, leggere e meditare ogni giorno e ogni momento. E viviamo in un paese in cui non è vietato leggerla.

Le cose scritte rimangono, dicevano i Romani. Le promesse di Dio sono lì, scritte e immutabili. Ci rivelano Dio, ci fanno capire perché il mondo va male, perché abbiamodei problemi, ma ci dicono anche che Cristo tornerà e che con Lui godremo la gioia del cielo, nella perfezione.

E poi, andate avanti voi a trovare cose per cui rallegrarvi. Se ne troverete dieci, ne avrete trovate poche!

Mi guardate con gli occhi da pesce bollito? Non sapete per cosa rallegrarvi? Allora, vi faccio un esempio: alzate gli occhi e guardate le nuvole nel cielo. Sono o non sono belle? Rallegratevi!

Sentite un uccellino che canta? Rallegratevi!

Vi fa male una spalla? Rallegratevi che l’altra sta bene.

Non ci vedete da un occhio? Rallegratevi che che avete un altro.... e che il rametto non era “forcelluto”.

L’apostolo Paolo non si è fermato al “rallegratevi” il suo augurio era più vasto. Ne parleremo.
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