Dio è dappertutto

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Oggi sarò in viaggio verso la Calabria, se tutto va bene. Con altre donne sto andando a un convegno per donne attive nel servizio per il Signore. Mogli di anziani e pastori, diaconi, diaconesse, insegnanti di scuola domenicale ecc., tanto per capirci.

Staremo a S.Nicolò di Ricadi, in provincia di Catanzaro, che è un paesino su uno sperone di montagna che si affaccia sulla costa calabra. Nei giorni limpidi si vedono la Sicilia e le Isole Eolie. Il mare è d’un blù che quasi sembra viola e un faraglione fa bella mostra di sé vicino alla spiaggia. Essendo vicino a Tropea, i campi di cipolle si sprecano. E quanto son buone!

Come tutte le donne, avrei una certa tendenza a preoccuparmi.

“E che c’entra la preoccupazione con la Calabria? Mica vai alla guerra!” pensate.

Un po’ c’entra, per via del mio carattere. Ora vi spiego.

Quando i nostri figli erano lontani all’Università, roba di 50 e più anni fa, in America, non si usava molto il telefono, perché costava caro. Si dipendeva dalle lettere.

Dato che non potevo parlare spesso con i ragazzi, mi chiedevo se stavano bene, se si coprivano abbastanza, se mangiavano le cose giuste e se avevano dei buoni amici, se studiavano seriamente. In una parola mi preoccupavo.

Ora sono tutti sposati, sparsi in America e Italia e hanno le loro famiglie. Così, se voglio, mi posso preoccupare per loro, le nuore, un genero e anche dodici nipoti e un pronipotino. Un lavoretto da niente!

Anche ora, quando parto, sia solo per due giorni, per andare solo in Calabria, sto un po’ in pensiero per mio marito che rimane a casa. Sentirà la sveglia? Mangerà? Dormirà? Ricorderà gli appuntamenti (manco fosse un bambino!)?

Però, il Signore dice che non dobbiamo preoccuparci. Se dice di non fare una cosa, vuol dire che quella tale cosa è sbagliata. E se è sbagliata è un peccato. Che fare?

Dato che voglio ubbidire al Signore, ho imparato che l’unico modo per non preoccuparmi è trasformare le mie preoccupazioni in preghiere. E poi penso al fatto che il Signore è dapertutto. Non accompagna solo me, ma anche sta con i miei cari, i miei amici e tutte le persone che vivono su questo pianeta.

Perché può essere dapertutto? Perché è spirito. È ovunque. Nel Salmo 139, Davide diceva: “Dove potrei andarmene lontano dal tuo Spirito, dove fuggirò dalla tua presenza? Se salgo in cielo tu vi sei, se scendo nel soggiorno dei morti, eccoti là. Se prendo le ali dell’alba e vado ad abitare alle estremità del mare, anche là mi condurrà la tua mano e mi afferrerà la tua destra” (vv.8-10).

Non siamo mai soli e, se gli apparteniamo, sappiamo che, per coloro che gli appartengono, Egli ha una cura speciale. Perché crucciarsi? Preoccupandoci non cambiamo nulla e ci facciamo venire l’ulcera. Perciò, preghiamo! Con le nostre preghiere metteremo attorno ai nostri cari una specie di barrera protettiva. E saremo persone più tranquille e piacevoli.

E non staremo sempre attaccate al cellulare, come vedo fare a molte donne, per sapere se i loro cari hanno ricordato di spegnere il gas e si sono soffiati il naso dalla parte giusta!
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