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Ho guardato in TV, domenica 2 maggio, la cerimonia a Torino per l’ostensione della Sindone, presieduta dal Papa e davanti a migliaia di persone.
Come mai non ero nella mia chesa evangelica, a fare la Santa Cena col pane e il vino, come Gesù ha insegnato e leggendo le Scritture e ascoltandone i commenti e, cantando gli inni della fede? Perché ero davanti al piccolo schermo?
La risposta è che Guglielmo, mio marito, era nell’impossibilità di guidare la macchina. Dato che non abitiamo a Roma, dove di solito ci riuniamo per adorare il Signore, eravamo rimasti a casa.
Ma torniamo alla cerimonia di Torino. Quando alcuni (o molti) dicono che gli Italiani non sanno organizzare le cose, dovrebbero fare la faccia rossa di vergogna . Quando ci si mettono, anche in Italia tutto funziona alla perfezione.
Per esempio, a Torino: folla ordinata (apparentemente più interessata a sbracciarsi per salutare i parenti che potevano vederli in TV, che a ascoltare cori e omelie e letture di Salmi), preti, diaconi, e vescovi tutti al loro posto, allineati come in una pittura del Medioevo. Cantori e suonatori che eseguivano musica alla perfezione, ombrellini aperti anche se non pioveva. Neppure una grinza e ammirazione generale.
Ma, per me (e suppongo anche per ogni credente che conosce la Bibbia) è stata una grande tristezza e una pena profonda. E spiego il perché.
Una volta di più ho visto, in una coreografia perfettamente orchestrata, la terribile mescolanza di verità e errore che caratterizza la dottrina della Chiesa Romana.
È vero: i salmi cantati venivano dalla Bibbia, le letture erano dal Vangelo, ma la l’applicazione pratica veniva in parte, se non tutta, dalla tradizione: invocazioni a Maria e ai santi, l’eucarestia che dovrebbe essere solo un ricordo dei simboli usati da Gesù con gli apostoli, prima della sua crocifissione, trasformata in adorazione di un’ostia, la venerazione sentimentale di una reliquia, cosa strettamente proibita nelle Scritture, come di ogni immagine sacra (Esodo 20:4-6).
A questo punto, è giusto anche ricordare che perfino il serpente di rame, che era stato un oggetto che gli Israeliti ribelli avevano dovuto, per ordine di Dio, guardare per essere guariti da una piaga inviata loro per punizione dal Signore, dovette essere distrutto, essendo divenuto un oggetto di venerazione (2 Re 18:4).
In medicina, per vaccinare le persone si inietta un po’ della sostanza che produce la malattia e la persona diventa immune alla malattia stessa. Purtroppo da molti secoli la chiesa ufficiale inietta un po’ di verità nella gente e la rende immune alla verità completa della Sacra Scrittura, che afferma che la salvezza è solo per grazia (e non per grazia e opere), che dichiara che l’opera compiuta da Cristo sulla croce è stata sufficiente per espiare ogni peccato (e che nulla l’uomo può aggiungere ad essa), che Cristo è l’unico Avvocato e Mediatore di cui abbiamo bisogno e che nulla si deve aggiungere a ciò che la Parola di Dio dice.
La folla di Torino è tornata a casa con un grande “esperienza spirituale”, e certo con molte speranze. Ma con quante certezze per il futuro eterno?
Purtroppo nessuna, perché una religione basata sulla buona condotta e gli sforzi umani, in cui la fede è messa praticamente in secondo piano, non ne può dare.
Ho paura che sia stata solamente sottoposta a una nuova vaccinazione.
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