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In un quadro in casa nostra c’è la riproduzione della pittura di un certo V. Irolli, un impressionista. È intitolato “Verso la scuola”. Rappresenta un bambino, pensoso, che si avvia verso la scuola col cestino della merenda in mano.
Ce l’avevo in camera mia, quando ero bambina, e mi ricordo che quando i miei genitori me l’appesero al muro, mi dissero: “Guarda come è bello!” Io lo guardai e, onestamente, non capii che cosa rappresentasse.
Da bambina io non chiedevo mai spiegazioni e cercavo di trovarmele da sola (per esempio, avevo deciso che un maresciallo era una persona in mezzo al mare con uno “sciallo”, giallo per giunta!, e che il “pane condito” fosse un pane in cui era rimasto un pezzo del dito del panettiere), perciò mi mettevo davanti alla figura del bambino che andava a scuola, quasi col naso contro il vetro, per osservarla bene da vicino. Volevo capire perché era bella. Ma, da quella posizione, ci capivo ancora di meno: vedevo farfalle multicolori, mi sembrava di vedere dei fiori e degli insetti. Che confusione!
Finalmente, un giorno, guardando la figura da lontano, vidi la sagoma di un bimbo, col grembiule, come usava allora, un berrettino in testa e mi sembrò di avere fatto la scoperta del secolo: sì, era un bambino che andava a scuola e non era neppure troppo contento di andarci! Il quadro era bello!
Capii che i quadri si guardano meglio da lontano, soprattuto se sono usciti dal pennello di un impressionista. Da lontano si vede l’insieme e da vicino si notano solo i particolari, che, a volte, sembano pennellate o puntini di colore senza scopo.
Crescendo, ho imparato che nella vita succede un po’ la stessa cosa. I giorni, i mesi e gli anni passano e spesso ci sembrano monotoni, a volte senza senso e a volte delle vere e proprie macchie scure che imbrattano ogni cosa. Li viviamo uno dopo l’altro e ci sembra di combinare poco o niente di utile.
Però, se ci si volta indietro, si vede che molto di quello che abbiamo vissuto aveva un senso ed è stato utile.
Anche Dio vede le cose da lontano, conosce il principio e la fine, mette le sue pennellate nella nostra vita fin dal momento in cui siamo concepiti. Ha in mente tutto il quadro finito e lo dipinge a modo suo.
Un giorno ce lo mostrerà. Finito, completo, perfetto. Lo guarderemo con i “suoi” occhi e tutto prenderà un significato e un senso che anche noi comprenderemo.
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