Tutti i libri che parlano delle differenze fra uomo e donna mettono in risalto il fatto che gli uomini sono più razionali e le donne sono più inventive e intuitive. Parole sante.
Dio ci ha fatte con un cervello speciale, programmato per essere di aiuto e per essere capaci di occuparci di molte cose allo stesso tempo. Sappiamo vedere i bisogni degli altri, intervenire per aiutare, trovare il rimedio a molte situazioni delicate o difficili, mettere pezze quando ci sono degli imprevisti o incidenti. E abbiamo anche tanta inventiva. Durante la guerra mondiale, ho visto donne ingegnarsi in tutti i modi, per sopperire ai bisogni delle loro famiglie, senza mollare e senza scoraggiarsi. Sono arrivate a inventarsi e a fare delle scarpe per i figli con pezzi di copertone di pneumatici e sono arrivate a far bollire l’acqua del mare per procurarsi un po’ di sale. Non vi dico che schifezza era. Ma che spina dorsale hanno dimostrato di avere le donne!
Oltre a questo, siamo intuitive. Certe cose le capiamo al volo. E spesso leggiamo bene nel pensiero. Il male è che, a volte, entriamo un po’ troppo nei panni della Maga Circe e ci convinciamo di capire tutto su tutti. Pensiamo di indovinare quello gli altri pensano e da piccoli particolari ci facciamo un’idea precisa sulla gente. Spesso ci azzecchiamo. E spesso no. Con un grosso rischio: a volte vediamo il male dove non c’è e pecchiamo di malizia.
“Simona ha detto così, perché pensa che...”
“Gianna non mi saluta perché...”
“Luigi ha fatto questo, questo e questo perché...”
La malizia sospetta il male e giudica le intenzioni altrui. Di solito si basa solo su congetture.
La Bibbia dice che è una qualità degli uomini malvagi (Salmo 5:9), che parlano con malizia (Salmo 10:7) e sono ipocriti (Salmo 28:3). Giobbe afferma che la persona lontana da Dio “concepisce malizia e partorisce rovina” (15:35).
La malizia è una caratteristica dei falsi religiosi e un esempio perfetto si trova nei Farisei, che andavano da Gesù con le moine e cercavano di farlo cadere. L’evangelista Matteo racconta tre episodi caratteristici uno dopo l’altro nel capitolo 22 del suo vangelo.
Prima gli hanno mandato da Gesù un gruppo di Erodiani, che erano un partito politico che favoriva il governo romano (odiato dai Farisei, fra l’altro) e hanno chiesto a Gesù se fosse giusto pagare le tasse. Tutti sappiamo la risposta. Gesù, dopo essersi fatto dare una moneta con l’effigie di Cesare, ha detto: “Date a Cesare ciò che è di Cesare”.
Poi sono venuti i Sadducei, che erano i religiosi liberali di allora, che non credevano, fra l’altrore, alla resurrezione e hanno raccontato la storia stupidissima di un marito a cui sarebbero morte sette mogli (un iettatore da niente!), concluso con la domanda a trabocchetto: “Di chi sarà marito alla resurrezione?” Gesù diede loro una spiegazione teologica chiara che li ha lasciati senza parole.
Poi arrivarono addirittura i Farisei, che lo volevano far cadere in trappola a tutti i costi, e Lui chiuse la bocca anche a loro.
La Bibbia parla anche dei risultati della malizia su chi la pratica. Chi è malizioso si distrugge con le sue mani (Salmo 94:23), resta preso nella sua stessa rete (Proverbi 11:6), diventa odioso (Proverbi 14:17) e crollerà (Isaia 47:10). E non è poco.
L’amore biblico, di cui Paolo parla nel capiolo 13 della prima lettera ai Corinzi, invece, deve essere senza malizia. Sempre Paolo dice nella stessa lettera: “Siate come bambini senza malizia” (14:20) e afferma che la malizia deve essere sostituita dalla sincerità e dalla verità.
Ma come si fa a vincere questa abitudine di vedere il male negli altri?
Io ho trovato un solo metodo, ed è quello suggerito (o piuttosto ordinato) da Dio.
Eccolo. “Gettando lontano da voi, malizia, frode e ipocrisia e ogni sorta di maldicenze... nutritevi del puro latte spirituale...”. Il che significa, invece di pensare male, pensate a quello che Dio dice nella sua Parola e nutritevi di quello. Se si riempie la mente di cose buone, non ci sarà troppo posto per quelle cattive.
E invece di Maghe Circi, saremo donne che fanno piacere al Signore e staremo meglio.
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