Se non mangia... prova “il club del piatto pulito”!

Se non mangia... prova “il club del piatto pulito”!

Certe mamme, se i loro bambini non mangiano, pensano che il mondo stia cascando. Invece, ogni bambino è diverso e ha appetito diverso. Molti usano il cibo come arma sicura per fare i capricci del secolo e attirare l’attenzione. O si impuntano a non mangiare, o vogliono solo una certa cosa, o dicono che gli spinaci li fanno vomitare (e vomitano) o sembrano non saziarsi mai.

Sono stata ospite anni fa, in una famiglia di amici. Avevano una bambina di circa cinque anni che era una lagna ambulante. Niente le andava bene. Soprattutto quando si metteva a tavola.

Primo sbaglio della mamma: “Mia figlia non vuole mai mangiare!” diceva mentre le allacciava il bavaglino attorno al collo. E, naturalmente, la bambina cominciava a frignare: “Non ho fame!”. Doveva essere all’altezza della sua reputazione.... Perché non dire invece: “La mia bambina va matta per gli spaghetti!”?

Secondo sbaglio della mamma: le riempiva il piatto con una porzione che sarebbe stata sufficiente per un adolescente al ritorno dalla palestra.

“Ma perché le dai tanta roba?” ho chiesto.

“Se non faccio così non mi mangia...”

“Ma odierà il cibo fino alla fine dei suoi giorni” ho detto.

“Tu non puoi capire....”

Infatti non potevo capire. Perché doveva mettere all’ingrasso quella povera bambina, insistendo per ore che mangasse e obbligandola anche, a piatto vuotato, a bere sopra tutto un bicchierone di latte?

In altre famiglie ho visto raccontare storielle, imboccando un bambino. Tipo? “Questo è per lo zio Clemente, che ha la pancia taaaaaaaanto grande”, “e questo è per la nonna Cunegonda” e per tutti i parenti fino alla quarta generazione. Ho visto rincorrere, con un cucchiaio colmo di cibo, i bambini che scappavano da tavola. E promettere premi o botte se mangiavano o non mangiavano. Naturalmente senza mantenere incentivi e né minacce.

E ho visto mamme chiamare il dottore, perché “il mio bambino non mangia”. E, se il dottore rispondeva: “Signora non lo sforzi. Mangerà quando ha fame” agganciavano offese. Follie!

A casa nostra abbiamo sempre incoraggiato i nostri figli, quando erano piccoli, a finire quello che avevano nel piatto e avevamo istituito il “club del piatto pulito”. Il segreto per ottenere il successo era mettere poco cibo nel loro piatto (due forchettate di pasta, un pezzetto di carne, un cucchiaio di verdura) e permettere di ripetere fino a che erano sazi. Così non si sprecava cibo, i bambini si divertivano e tutti eravamo tranquilli. La sola cosa che potevano rifiutare era il dolce, se c’era. Se succedeva, era la volta che cominciavo a preoccuparmi io!

L’ho detto in principio: il cibo è un’arma che i bambini usano da maestri. Non glielo permettiamo, se non vogliamo avere in futuro degli anoressici o degli obesi o degli schifiltosi insopportabili.

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