Prima di sposarsi, di illusioni non c’è donna (e suppongo neanche uomo) che non ne abbia avute. Soprattutto da fidanzati.
Il fidanzamento è un periodo di solito molto bello, ma piuttosto strambo. Abbiamo incontrato l’uomo che ci piace e che fa per noi. Fisicamente non è un incrocio fra Leonardo di Caprio e Kakà, ma ha quel certo modo di fare che ci piace. Ha uno sguardo diretto e onesto. Quando parla, lo ascoltiamo con piacere e troviamo che ragiona bene. Spiritualmente non fa una piega. Sarà meraviglioso vivere con lui, pensiamo.
Ho detto che il periodo del fidanzamente è un po’ strambo. Lo chiamerei anche balordo, perché è irreale. Lui mostra il suo lato mgliore, perché mi vuole conquistare e io faccio vedere i miei lati positivi, perché, per nessuna ragione, vorrei perderlo.
Lui è galante, mi fa dei complimenti, dei regali, mi invita in un ristorantino speciale. Io mi curo bene, mi vesto in modo da piacergli e lui nota che i miei occhi hanno uno splendore fuori del comune. Per qualche strano motivo, io gli dò sempre ragione.
Non si tratta di ipocrisia e di finzione: è la natura che ci ha fatti così e il corteggiamento di lui e il seguente innamoramento di lei sono una parte integrante che precede la promessa reciproca di passare la vita uniti.
Il male è che si pensa che il matrimonio sarà come un fidanzamento che durerà tutta la vita, si immaginano la casa che io curerò, i pranzetti che preparerò, le serate passate a guardare insieme un film, i tempi di conversazione profonda, le letture della Bibbia e i tempi di preghiera e di crescita spirituale. Lui immagina una moglie pronta a fargli piacere in ogni cosa, di giorno e di notte.
Ma non si vedono alcuni difetti uno dell’altro? Dopo tutto nessuna donna è la donna bionica, e nessun uomo è superman. Sì, qualche difetto si intravvede, ma non ci si fa terribilmente caso.
Lui pensa: “Se mi vuol bene, farà quello che voglio io. E che mi vuol bene, si vede!”.
Lei è sicura: “Una volta sposati, lui cambierà. E se non cambia da solo, ci penserò io. Io ci so fare”.
Santa innocenza! Da sposati, verranno fuori con chiarezza i difetti che si intravvedevano e ne verranno fuori altri, che pur non essendo difetti veri e propri, sono semplicemente lati di una personalità che non si conosceva. E si dovranno affrontare.
Ma non basta: lei è sicura che lui, una volta diventato suo marito, l’aiuterà a crescere spiritualmente. Che, leggendo insieme la Bibbia, molti problemi e molte sue insicurezze si risolveranno facilmente. Quello che non aveva mai detto ai suoi genitori, dei suoi dubbi, addirittura delle sue angosce, li avrebbe raccontati al suo “lui” e lui l’avrebbe ascoltata e indicato una soluzione. Sarebbe stato come suo padre, che sembrava sempre avere la parola giusta nel trattare le persone.
“Parleremo di tutto, vero?” gli aveva chiesto una sera mentre camminavano nel viale che portava verso casa, mentre il sole tramontava dietro le colline e la luce dorata accarezzava ogni cosa.
“E come no!” aveva risposto lui.
“Sai, ho bisogno di qualcuno che mi capisca... i miei genitori hanno sempre la risposta pronta, ma non sono capaci di ascoltare...”
Lui le aveva messo il braccio sulle spalle e la sua stretta le aveva dato un po’ un fremito, come una leggerissima scossa elettrica. “Sì, lui è l’uomo giusto. È quello che fa per me!” pensa. “Non vedo l’ora che ci sposiamo! Mancano solo tre mesi.”
Ci sentiamo fra qualche giorno, ma faremo finta che i due siano ormai sposati e siano passati alcuni mesi di matrimonio. Li chiameremo Massimo e Alessia, tanto per capirci. Se no, penserete che sto parlando di esperienze tutte personali. Anche se quello che scriverò, non è autobiogafico, c’è un po’ di vissuto.
Ci risentiamo!
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