Lutero e... i pannolini

Quanto sono cambiati gli uomini italiani!

Cinquanta anni fa, non avreste visto un giovane padre spingere il passeggino o la carrozzina del suo bambino neppure a pagarlo a peso d’oro. Lo avrebbe considerato degradante e indegno del suo ruolo di capofamiglia.

Non lo avreste visto neppure imboccare il suo bambino e offrirgli la pappa a cucchiaini. Troppo da donna... Oggi i papà fanno questo e altro ed è un buon cambiamento. Se...

Ripeto: se, o a meno che, non sia indice di confusione di ruoli, di insofferenza e ribellione da parte delle mogli, del femminismo che rende gli uomini spesso insicuri. Conosco coppie in cui lei lavora e progredisce nella sua professione, mentre lui rimane a casa, fa le pulizie, prepara il pranzo e cura i bambini.

“Lei guadagna più di me perciò tanto vale che invertiamo le mansioni. A me non dispiace restare a casa. Meno rogne coi colleghi d’ufficio e meno responsabilità di decidere” ha detto un marito.

Era vero: sua moglie era una bomba di capacità, mentre lui era calmo e del tipo “vivi-e-lascia-vivere”. Ma la loro famiglia era sbilanciata e i figli crescevano con la figura una madre troppo Walkiria e di un padre troppo remissivo e rinunciatario.

D’altra parte conosco una signora che non ha mai portato al cassonetto la spazzatura di famiglia, perché diceva che non è un lavoro da donna.

Secondo me, non ci sono lavori da donna o da uomo. Si fa quello che deve essere fatto. Ma i ruoli devono essere rispettati come indica la Bibbia (il marito come guida della famiglia e la moglie come suo aiuto, complemento e collaboratice), anche se l’equilibrio non è sempre facile da raggiungersi, dato che a volte sia la moglie, sia il marito lavorano fuori casa.

Ma qualcuno sembra che ci sia riuscito bene: Lutero.

Ho letto una sua frase che mi ha fatto riflettere. Si sa che il grande riformatore tedesco era un tipo molto occupato. Traduceva la Bibbia in tedesco, componeva inni per rendere la dottrina accessibile e comprensibile alle persone che non possedevano una Bibbia o la leggevano a fatica, faceva le sue lotte religiose e politiche. Ma non perdeva un colpo riguardo alla pratica del culto di famiglia e poteva scrivere: “Confesso che non sono degno di cullare il mio piccolo o di lavare i suoi pannolini o di curare lui e sua madre... Ma lo faccio con grande piacere, e farò anche delle cose più insignificanti e disprezzate. Né ghiaccio né calore, né noia né fatica mi peseranno o mi dissuaderanno, perché sono convinto che così farò piacere al Signore”.

Un buon esempio, non vi pare?

.


Nessun commento:

Posta un commento