Il Cristianesimo biblico è amore e fede in azione. Molto diverso da quello che spesso si pensa.
Quando si parla di relazioni umane, per esempio, spesso si dice: “Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te” e ci sentiamo già molto magnanimi, quando ci riusciamo. Ma Gesù ha detto di più. Ha ordinato di “fare agli altri quello che si vuole sia fatto a noi”. Ne abbiamo già parlato varie volte , ma vale la pena ritornarci su, perché è uno dei comandi del Signore che va più contro la nostra natura.
Va contro la nostra pigrizia. Devo fare una visita, devo mandare un messaggio, devo scrivere una lettera, devo… Lo so che dovrei farlo, ma oggi sono stanca, ho male di testa. Mi merito un pisolino.
Va contro il nostro egoismo. Perché devo essere sempre io a darmi una mossa? Faccio abbastanza cose per gli altri. Che si muova qualcun altro!
Va contro il nostro orgoglio. Con una certa persona ho pazientato per molto tempo. Ora basta. Ma chi crede di essere? La più bella del reame? Se non la cerco, forse le passeranno le arie di importanza che si dà!
Va contro la nostra voglia di vendetta. Perché toccherebbe a me chiedere scusa? Ha cominciato lei (o lui) a mettere in giro certe maldicenze! Si meriterebbe ben altro!
Abbiamo tutti pensato così. Se dite di no, o avete perso la memoria o mi dite una bugia. O, peggio ancora, cercate di mettere a tacere la vostra coscienza, sperando che quella piccola voce tranquilla vi dia pace. Ma non vi dà pace, perché rincara la dose e continua a ricordarvi le parole di Paolo: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male col bene” (Romani 12:21). Uffa!
Mi dite che la Bibbia chiede l’impossibile? È vero. Chiede l’impossibile, ma dice anche che “tutto è possibile a Dio” e che, col suo aiuto “io posso ogni cosa in Cristo”.
Ecco come. La ricetta è nel vangelo di Luca, cap. 6 e versetto 27: “Amate i vostri nemici”.
Dio non ci chiede di essere emotivamente coinvolti con i nostri sentimenti nei confronti dei nemici. I sentimenti vanno su e giù e non c’è da fidarsene. Non ci dice di amare con l’amore “fileo” dell’amicizia, ma con l’amore “agape” dell’azione. Di amare facendo una cosa gentile e buona, verso chi non ti si fila o ti fa addirittura del male.
“Fate del bene a quelli che vi odiano.” Aiuta chi non è gentile o addirittura chi vuole il tuo male.
“Pregate per quelli che vi oltraggiano.” Non chiedendo punizioni o rivalse, ma sperando che chi ci fa del male si rivolga a Dio, si penta e capisca il male che fa. Gesù lo ha fatto sulla croce.
“A chi ti percuote su una guancia, porgi anche l’altra.” In altre parole non reagire male e non ti ribellare. Servirebbe solo a renderti amaro. Ci penserà Dio a farti giustizia.
“Da’ a chi ti chiede e a chi ti toglie il tuo non glielo ridomandare.” Vorrebbe dire anche che dovresti pagare le tasse senza ribellarti? Che non dovresti ribellarti alle leggi? Probabilmente, sì!
Insomma, l’ho detto, Dio ci chiede l’impossibile. Ma se vive in noi, l’mpossibile diventerà possibile. “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male col bene” (Romani 12:21).
Ciao, e alla prossima.
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