Quando il popolo d’Israele si metteva in marcia nel deserto,
tribù dopo tribù ordinatamente, ogni gruppo aveva la sua bandiera. Deve essere
stato uno spettacolo imponente.
Era una strada lunga e difficile. Una volta, proprio mentre
erano in cammino verso la Terra Promessa, gli Israeliti dovettero affrontare in
battaglia un popolo crudele, gli Amalekiti. Mentre combattevano, guidati da Giosuè
nella pianura, su un monte non lontano, Mosè pregava con le braccia alzate.
Quando era stanco, Aronne e Hur gliele reggevano. Finché Mosè pregava, l’esercito vinceva. Se Mosè
smetteva di pregare, l’esercito perdeva. Alla fine della giornata, la vittoria
fu totale. Un giorno memorabile.
A ricordo della grande vittoria, Mosè edificò un altare e lo
chiamò l’Eterno è la mia bandiera.
Gesù non ha mai combattuto con le armi, ma passava anche Lui
notti intere pregando e parlando con suo Padre nel cielo. E, da quando è
tornato in cielo, col suo corpo glorificato, giorno e notte intercede per noi
credenti, in qualità di Mediatore e Avvocato difensore fra Dio e gli uomini (1
Timoteo 2:3; 1 Giovanni 2:1; Apocalisse 12:10). Le sue braccia non sono mai
stanche.
Gesù non ha mai lasciato ai suoi una bandiera, per marciare contro
il nemico. Le armi dei credenti non sono spade e lance. Sono armi spirituali.
Però, forse, una specie di bandiera, di insegna o di stendardo, c’è. A me pare che
si possa trovare in un libro dell’Antico Testamento, il Cantico dei
Cantici.
È un libro scritto da Salomone ed è soprattutto la
descrizione del suo idillio con la sua donna amata. Molti studiosi biblici
hanno visto in questo libro una descrizione della relazione fra Cristo e la sua
sposa la chiesa, forse anche per giustificarne la presenza nella Bibbia, dato
il contenuto.
Sia come sia, è una descrizione bellissima della passione
corrisposta di Salomone per una ragazza, che dice di sé: “Sono scura, ma sono bella” e, a un certo punto, racconta: “Egli mi ha condotta nella casa del
convito, l’insegna che stende su di me è AMORE” (2:4). Ecco la bandiera!
Gesù è venuto nel mondo perché l’amore di Dio, suo Padre, lo
ha mandato a compiere l’opera di redenzione (Giovanni 3:16; 1 Giovanni 4:8-10),
e Lui ha amato i suoi fino alla fine (Giovanni 13:1), fino a morire sulla
croce. Ciò che lo spingeva era l’AMORE per i perduti, che gli apparivano come
pecore sbandate e senza pastore. L’amore
era la sua bandiera.
Noi non andiamo attorno sbandierando stendardi e portando
cartelli, con su scritto a caratteri AMORE (cosa che sarebbe perfino fraintesa).
Perfino le “Marce per Cristo”, di anni fa, non hanno sortito grandi effetti,
con tutta l’organizzazione e la propaganda che le accompagnavano.
Quello che dovrebbe
accompagnarci sempre e ovunque, invece, è l’amore di Cristo. Dovrebbe animarci fra
le masse di gente che incontriamo ogni giorno per strada, nei negozi, nei
grandi Centri commerciali, nella Metro, nell’ufficio dove lavoriamo, nella
scuola che frequentiamo, alla spiaggia e nei parchi dove giocano i nostri
bambini.
Noi dovremmo essere delle insegne luminose, degli stendardi
attraenti capaci di indicare la via della salvezza, in ogni occasione possibile
e in ogni luogo. “L’Eterno è la mia bandiera!” ha proclamato Mosè. Che insegna sventolo io? E tu?
.
Nessun commento:
Posta un commento