Non commettere omicidio


“Se è una legge dello stato non può essere una cosa sbagliata” mi ha detto una ragazza che mi parlava della sua vita “sessualmente attiva”, come si chiama eufemisticamente quella che la Parola di Dio chiama fornicazione. Mi diceva anche che, in caso di un “incidente”, c’era sempre l’aborto. Ho cercato di parlarle del dolore e del rimorso di alcune donne che avevano abortito e che si erano confidate con me. Per non parlare del comando di Dio molto chiaro di non commettere omicidio. Spero che mi abbia ascoltata.

Sempre in materia di aborto, una delle mie nuore, cinque anni fa, ha scoperto di essere incinta. Era in un’età in cui di solito non si hanno più bambini e i dottori che l’hanno visitata, erano concordi: “Signora, è rischioso... almeno facciamo l’amniocentesi... le probabilità che non sia normale sono molte... lei rischia...”. Per fare la storia breve, dopo nove mesi, è nata la bambina più carina, sana, intelligente e felice che si possa immaginare. Molti dottori dovrebbero mettersi un po’ più la mano sulla coscienza, quando danno certi consigli e rendersi conto che sono dei carnefici.

Il sesto comandamento ordina senza mezzi termini di non commettere omicidio. Il che comprende molte altre cose.

Chi fuma uccide se stesso e chi gli sta vicino. Chi inquina il terreno o l’atmosfera, uccide. Chi non cura il proprio corpo, mangiando e bevendo troppo, si uccide.

Chi non cerca di prevenire malattie e disgrazie per sé, per la sua famiglia e i suoi dipendenti, chi si mette scioccamente in pericolo, è un potenziale omicida.

Ma la lista non finisce qui. Ci sono anche quelli che uccidono moralmente e spiritualmente, col sorriso e lo sguardo benevolo. Sì, sono i religiosi che illudono la gente dicendo che basta fare il bene e che Dio chiuderà un occhio su tutto il resto. Quelli che dicono “aiutati che Dio ti aiuta”, che affermano “vogliamoci bene, non ha importanza in che dio crediamo”, “c’è del buono in tutte le religioni e basta essere sinceri”, “tutte le religioni portano a Dio”.  

I maghi e le chiromanti uccidono, ingannando la gente e aiutandola a confidare in potenze occulte. Gli atei uccidono, negando Dio e proclamando, in ogni occasione possibile, che Dio non c’è e facendosi beffe di chi ci crede.

Però, in un certo senso, spesso siamo anche noi degli omicidi agli occhi di Dio. Se non ci credi, ascolta il Signore Gesù: “Chiunque si adira contro al suo fratello sarà sottoposto al tribunale; e chi avrà detto a suo fratello «stupido» sarà sottoposto al Sinedrio, e chi gli ha detto «pazzo» sarà condannato alla geenna del fuoco (cioè l’inferno) (Matteo 5:32). Gesù afferma ancora: “Dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni” (Matteo 15:19).    

La collera, l’odio, l’orgoglio, la voglia di vedere morto qualcuno sono la dimostrazione del marcio che c’è nel nostro cuore, anche se non abbiamo mai ucciso materialmente o rubato una banca. Dimostrano che siamo bacati, peccatori, colpevoli. E la paga del peccato è la morte, dice la Bibbia.

La nostra unica speranza è accogliere e accettare il favore immeritato della grazia di Dio, offerta da Colui che non ha mai peccato, ma è stato “fatto peccato per noi” e ha subito la morte che meritavamo al nostro posto.  Ci credi?
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