Non cessate mai di pregare

Questo versetto mi lasciava confusa. Come si fa a praticarlo? Mica siamo come le monache che recitano il rosario in continuazione o i musulmani che snocciolano le palline del loro braccialetto, dicendo “Allah è grande” all’infinito!
Un giorno, però, ho capito un po’ di più cosa volesse dire quel versetto da un mio nipotino.

“Nonna, dobbiamo pregare perché forse quell’uomo ha il male di pancia...”

Stava passando un’ambulanza a sirene spiegate e il bambino ha chiuso gli occhi e ha pregato: “Gesù, fa passare il male di pancia, o forse il male di testa, all’uomo nell’ambulanza. Amen”. E si è rimesso a giocare.

Glielo aveva insegnato sua mamma e ho pensato che era una bellissima abitudine. Andiamo in un negozio, saliamo su un autobus, entriamo nella metro e ci troviamo fra decine di persone. Sono anziani annoiati, uomini d’affari che scalpitano d’impazienza e donne preoccupate o affrettate. Alcuni sono giovani, con gli auricolari inseriti, che guardano nel vuoto e si muovono ritmicamente, coinvolti dalla melodia della loro canzone favorita. A guardarli, sembrano un po’ degli zombie.

Di solito non li conosciamo. Non sappiamo a cosa pensano. Pochissimi hanno l’aria contenta. Li vorremmo aiutare, ma come? Possiamo pregare per loro! Proprio come faceva il mio nipotino per il malato nell’ambulanza col presunto mal di pancia o qualcosa di peggio.

Ecco alcune idee di applicazione pratica.

  • Passiamo vicino a una scuola: preghiamo per gli insegnanti che facciano il loro lavoro seriamente e che gli studenti si comportino bene. Forse qualcuno di loro sta pensando alla pasticca che prenderà durante la ricreazione. Preghiamo che non trovi lo spacciatore.
  • Guidiamo e siamo fermi al semaforo. Di fianco a noi c’è una clinica. Preghiamo per i dottori e i malati. Forse qualcuno è solo e aspetta che qualcuno lo vada a trovare e gli dica una parola di conforto. Preghiamo anche per chi è fermo come noi, al volante nella macchina vicina.
  • Entriamo in un negozio. Preghiamo per i commessi e dirigenti e per avere una possibilità di dire una parola gentile.
  • Il postino mette una lettera nella nostra cassetta. Preghiamo che legga il calendario biblico che gli abbiamo regalato.
  • Aspettiamo nella sala d’aspetto di un dottore per farci scrivere le ricette delle nostre medicine. Preghiamo per chi aspetta con noi e racconta i suoi malanni.
  • Andiamo alla posta o alla banca e c’è una coda infinita. Preghiamo per gli impiegati e i clienti.

Insomma, avete capito l’idea, che mi pare risponda al comando: “Non cessate mai di pregare”. Quando ci penso, cerco di metterla in pratica. E una cosa è sicura: il Signore mi ascolta e il tempo mi passa più svelto, critico meno chi mi sta vicino, brontolo meno per quello che non funziona. E faccio del bene.

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