Occhio al grasso!

La volta scorsa vi ho parlato della coppia inglese giudicata troppo grassa per poter adottare dei bambini e della donna americana che ha fatto causa a una ditta perché non l’avevano assunta in un ufficio perché giudicata troppo grassa.

Ma come si fa a levarsi i chili di troppo?

Per esperienza, so che per perdere ragionevolmente peso basta mangiare un po’ meno di quanto siamo abituati, alzarsi da tavola con un poco di appetito, non mangiare fra i pasti e sostituire lo snack o la merendina, così dolce e consolante, con una carota, una mela o un bel gambo di sedano (che tristezza!...).

Ma il discorso si fa più serio se si capisce che mangiare troppo è tanto grave quanto bere eccessivamente o fumare. La Bibbia lo chiama, addirittura, “peccato”.

Purtroppo, però, dato che mangiare ci piace e che la cucina italiana è tanto buona, noi prendiamo la golosità e l’ingordigia alla leggera. Il troppo cibo non danneggia il cervello, come invece può fare l’alcool. E anche se siamo grassi, o addirittura obesi, pensiamo di poter riuscire a funzionare bene quanto chi è magro. Perciò, ci guardiamo allo specchio, sospiriamo e ci scusiamo dicendo: “Sono fatto così. Anche mio padre pesava più di un quintale”.

Proprio l’altro giorno ho sentito un obeso che diceva: “Il cibo è la mia droga”. E ci rideva su. Ma riderà anche quando sentirà la sirena dell’ambulanza che arriva per portarlo all’ospedale per curargli l’infarto?

Mangiare troppo non è solo stupido. Ha anche un risvolto spirituale. Se non credi che sia un peccato, ascolta quello che dice la Bibbia.

Proverbi di Salomone, 23:1: “Mettiti un coltello alla gola, se sei ingordo. Non bramare i bocconi delicati: sono un cibo ingannatore”.

Ev. di Luca, 21:3,34: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Badate a voi stessi, che talora i vostri cuori non siano aggravati da mangiare smodatamente, da ubriachezza e da ansiose sollecitudini...”

Lettera di S. Paolo ai Romani, 13:13: “Comportiamoci onestamente: non in gozzoviglie (baldorie) e ebbrezze... e non abbiate cura della carne, per soddisfarne i desideri”. Cap. 14:17: “Il regno di Dio non consiste in vivanda né bevanda, ma è giustizia, pace , allegrezza nello Spirito Santo”.

Prima Lettera di S. Pietro, 4:3: “Basta l’aver dato il vostro passato a fare la volontà dei pagani col vivere nell’immoralità, nelle concupiscenze, nelle ubriachezze, nelle gozzoviglie, nelle bevute e nelle nefande idolatrie”.

Mi pare che sia chiaro, no?

Nessun commento:

Posta un commento