Su molti argomenti non son d’accordo con Dario Fo. Lui è ultralaico e io credo in Dio e nella Bibbia. Ma, alcune sere fa, in una trasmissione televisiva, ha detto una cosa profondamente vera.
Nel parlare di razzismo, di stupratori e di chi afferma di volerne vendicare le vittime, usando violenza contro chi è straniero o appartiene a un’etnia diversa, ha detto che è solo gente che trova una scusa per liberare la bestia che vive in loro. Patriottismo o difesa della giustizia non c’entrano per nulla.
Aveva ragione. Il razzismo è latente in ognuno di noi.
La donna Samaritana si è meravigliata che Gesù, un Giudeo, le rivolgesse la parola, dato l’odio che esisteva fra Giudei e Samaritani. Quando, molti anni fa, sono andata in Svizzera per la prima volta, una vecchietta, con fare da spia del KGB, mi ha chiesto se era vero che noi italiani tenevamo sempre un coltello nascosto nella manica. E quando in America ho voluto sapere perché gli italiani erano chiamati “waps” il dizionario mi ha detto che “wap” è una parola onomatopeica che corrisponde a “guappo” e indica una persona “arrogante” e “buona a niente”. Allegria! Oggi le cose in America sono cambiate e per gli Italiani c’è più rispetto (soprattutto se si tratta di cibo e moda) e, nel caso scomparissero Obama e Biden, diventerebbe Presidente Nancy Pelosi, di lontana discendenza abruzzese.
Ma tornando al razzismo, noi italiani non siamo da meno. Oggi il meridione non lo chiamiamo più “bassa Italia” come una volta, ma il campanilismo ce li abbiamo nel sangue. Ho parlato, giorni fa, con una donna siciliana che ha sposato un nordista, che non perde un’occasione per ricordarle con durezza le sue origini. E basta accendere la televisione per intuire una certa tensione fra nord e sud.
Il razzismo è un forte segno di stupidità, perché le persone devono essere trattate come individui.
Dio ha guardato dal cielo, dice la Bibbia, e ha visto che tutti gli uomini sono peccatori e nessuno è perfetto (dice addirittura che tutti sono malvagi e che nessuna cerca il bene). Perciò, se ci mettiamo la mano sulla coscienza, dobbiamo confessare che non siamo meglio di chi ruba o stupra, dato che nel nostro cuore troviamo spesso l’odio, l’invidia e il desiderio di vendetta.
Esagerazione? Ne parliamo la prossima volta.
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