Mi sto antipatica... Aiutami tu

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Me lo ha scritto, di recente, una donna sposata con due figli.


Brutto affare! Se fossi la Fata dai capelli turchini, le darei una toccatina con la mia bacchetta magica e la trasformerei in una creatura sprizzante di felicità. Fortunatamente, certi poteri non li ho. Perciò, cercherò di ricorrere alla mia esperienza.

Devo dire che, certe volte, mi trovo antipatica anch’io. La gente mi dà noia, mi pare che tutto vada storto, e quando mi guardo allo specchio, vedo una persona imbronciata e con lo sguardo ammosciato e un po’ cattivo. Decisamente, brutta. E non è colpa solo della mancata applicazione della crema antirughe, che, bontà sua, “sfida l’età”.

Ma non devo e non voglio rimanere antipatica a me stessa e agli altri. Come rimediare?

Devo cominciare dalla parte giusta, pregando il Signore di aiutarmi a essere amichevole, espansiva e aperta. Non è una preghiera egoista. È una preghiera che, oltre a me, farà del bene anche a chi mi sta vicino.

E poi comincerò a esaudire io stessa la mia preghiera. Ecco come.

Se mi rendo conto di essermi svegliata col berretto di traverso, invece di aspettare che mio marito mi saluti e mi abbracci, lo saluterò e abbraccerò io. Se ho figli, invece di buttare sul tavolo della cucina un pezzo di pane e un po’ di marmellata, o il pacco delle fette biscottate, perché no?, farò un bel piatto di toast alla francese (la ricetta è alla fine del post). L’abbraccio di mio marito e la gioiosa sorpresa dei figli mi farà subito sentire un po’ più simpatica.

Un’altra cosa che mi aiuta a “ piacermi” è cantare qualche cosa che mi porta a lodare il Signore. Per esempio, “Poiché Egli vive, affronterò il domani...” è un canto che mi aiuta sempre a avere una visione più felice della vita.

Terza cosa: cercherò di notare alcune cose che mi rallegrano e lodare Dio per avermele messe vicine. Per esempio, io godo nel vedere una passera che, ogni anno, viene a covare le sue uova in un nido che ha costruito vicino al portone di casa nostra e non si smuoverebbe neppure se venisse il terremoto. Mi ricorda l’amore materno e il fatto che Dio si cura anche dei passeri. Per voi potrà essere un geranio che ha preso e sta mettendo un fiore sul vostro davanzale o contemplare il disegno che un bambino vi ha regalato e voi avete messo sulla porta del frigo. Dopo tutto, la vita è più fatta di piccole cose che di eventi straordinari.

Quarta cosa: proverò a dimenticare me stessa e mi impegnerò a dare qualcosa agli altri. Non sarebbe difficile fare una telefonata al giorno alle persone sole o che attraversano un periodo pesante o di solito sono trascurate. Oppure regalare a una vicina un dolce appena fatto e un libretto che parla della salvezza in Cristo.

Infine, trovo un aiuto nell’apprezzare gli amici che ho e cercarne altri.

Questi passi sono usati da gente di tutti i ceti e li ho consigliati alla donna che mi ha scritto. Sono consigliati da psicologi e sono praticati da uomini d’affari e dirigenti di successo. Io li apprezzo, ma, come avrete visto, cerco anche di metterci un tocco di cristanesimo.




Ora la ricetta dei TOAST alla francese .


2 fette di pane carré (bianco o integrale) a testa. Se avete adolescenti raddoppiate la dose.

Sbattete in un piatto: due uova, un cucchiaio di farina, mezzo bicchiere abbondante di latte, un pizzico di sale, un cucchiaio di zucchero, odore di cannella (se vi piace).

Immergetevi alla svelta le fette di pane e doratele in una padella ben calda, in cui avrete sciolto un po’ di burro o margarina. Servite calde e spolverate con un po’ di zucchero.
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