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Quando i nostri figli erano tutti e quattro in America all’Università, non esistevano i telefonini e le telefonate intercontinentali erano molto care. Perciò scrivevamo lettere. Io scrivevo tutte le settimane e loro erano molto bravi: rispondevano. Qualche volta telegraficamente, altre volte più a lungo.
E quelle lettere quanto erano attese e lette, rilette, commentate! Come genitori cercavamo di capire fra le righe come andavano le cose, se gli studi procedevano bene, se gli umori erano buoni e se c’erano dei problemi. Erano per noi una fonte importante di informazione.
Quando eravamo fidanzati, anche mio marito ed io, ci scrivevamo tutti i giorni. E anche quelle lettere erano lette e rilette.
L’apostolo Paolo ha scritto ai credenti di Corinto: “Voi siete una lettera di Cristo” (2 Corinzi 3:3). La volta scorsa, abbiamo visto che, come credenti, ci ha paragonati al “profumo di Cristo”. Oggi la similitudine cambia. Non più profumo, ma lettera.
Una lettera serve a dare notizie, a informare. Ha un messaggio che augura, porta gioia, incoraggia, fa del bene, porta dolore, rimprovera. Dipende da chi la scrive e dall’atteggiamento di chi la riceve.
E Paolo aggiunge anche che siamo una lettera “conosciuta e letta da tutti gli uomini”. Una lettera aperta e circolare, insomma.
Una lettera è diversa da un profumo che, prima o poi, svanisce. Una lettera rimane. Impegna. Quello che dice ha un peso. Il suo messaggio è definitivo.
Pensiamoci: vado al negozio a fare la spesa e sono una lettera di Cristo. Se Cristo andasse a fare la spesa, chiederebbe la merce con gentilezza. Non passerebbe avanti agli altri. Non farebbe storie e non perderebbe la pazienza. Che lettera sono io?
Se Cristo andasse a scuola, non copierebbe, non mancherebbe di rispetto agli insegnanti, arriverebbe puntuale, non farebbe finta di aver studiato e non direbbe bugie. Uno studente credente è la lettera di Cristo nella sua scuola. Forse sei l’unica lettera di quel tipo in tutta la scuola. Ci hai pensato?
Se Cristo fosse un professore, non farebbe favoritismi, darebbe i voti giusti, si farebbe rispettare e tratterebbe gli studenti con rispetto. Non lavorerebbe solo per lo stipendio. Avrebbe a cuore il suo lavoro e i suoi studenti. Un insegnante credente è una lettera di Cristo, letta da tutta la scuola. Cosa leggono i tuoi colleghi e i tuoi alunni?
Se Cristo fosse un operaio, un impiegato, un dirigente lavorerebbe bene e sarebbe un esempio per tutti. Che operaio sei tu, in quanto lettera di Cristo?
Una lettera è “conosciuta e letta”. Per sapere quello che contiene bisogna aprirla e leggerla.
Quando io parlo, come lettera, porto un messaggio. Essendo una lettera di Cristo, il mio messaggio deve essere vero, amorevole, puro, giusto. Deve avere il carattere di Cristo.
Se devo essere letta, in quanto mandata da Cristo, voglio che quello che la gente legge sia coerente con chi mi ha... spedita.
Perciò cercherò di lasciare, dove vado, un messaggio che parli di Lui, per mezzo della mia condotta. Ma anche che parli e possa essere letto. Per esempio, un foglietto di evangelizzazione, un libretto, una copia del Vangelo, un invito a frequentare una riunione speciale. Rendo l’idea? Vi sembra una buona idea?
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ciao cara Maria Teresa, vorrei dirti grazie per le tue sempre belle e incoraggiante messaggi - e una volta di più mi viene in mente quello che ti chiedevo già tempo fa: perchè non fare un libretto con tutto questo? Sarebbe anche un regalo molto bello e utile - o fare un blocco con degli singoli fogli da strappare e regalare a qualcuno - cosa ne pensi? Un saluto e un grande bacio da Karin
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