L'insediamento

Ho guardato su CNN l’insediamento di Obama, alla carica di 44.o Presidente degli Stati Uniti. Una grandiosità abbastanza sconcertante, in un tempo in cui tutti parlano di crisi e di recessione e si dice che la gente normale non riesce a sbarcare il lunario. Chi avrà pagato tutto quel po’ po’ di festeggiamenti? Tutti quegli sprechi? Me lo domando.

Sia come sia, quella folla, venuta da tutte le parti, col suo entusiasmo e i suoi slogan, mi ha riportato alla mente le adunate oceaniche che andavano da Piazza Venezia, a Roma, fino al Colosseo, e che io potevo osservare al Giornale LUCE quando ero ragazzina. Lo stesso entusiasmo, le stesse espressioni, gli stessi atteggiamenti. Le folle non cambiano, qualunque sia lo “storico balcone” da cui un politico parla, promettendo grandi cose che sa perfettamente che non manterrà.

Mi dispiace vedere tanta cecità, tante speranze collocate su un uomo, tanta fiducia riposta in un individuo, sia pure capo di una nazione potente. Quanto durerà la fiducia? Vedremo.

In ogni modo non ho potuto fare a meno anche di ricordare la folla che ha gridato “Osanna!” a Gesù e che una settimana dopo ha gridato “Crocifiggilo!”e di pensare a un versetto della Bibbia, che, estrapolato dal suo contesto, sempre quando ero ragazza, veniva citato dagli evangelici per convincere i Cattolici degli errori della loro chiesa e specificatamente della confessione dei peccati fatta a un sacerdote: “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo”.

Io non intendo maledire nessuno, né Obama, né chi si fida di lui. Dico solo che fanno male a illudersi.

Nessun commento:

Posta un commento