“Maria Teresa, quello che dici sull’amore di Dio suona bene. Ma è così astratto che non riesco a crederci. Non vedo amore attorno a me. Vedo piuttosto le donne stuprate del Darfur e i bambini che muoiono di stenti e sento un rifiuto, anche verso Dio”. Gabriele.Grazie, Gabriele, per il tuo commento, anche se molto triste. Anch’io consideravo i discorsi della Bibbia troppo astratti e filosofici, per considerarli pratici e applicabili alla vita sulla terra. Il dio che io immaginavo era lontano e impersonale. Avrei voluto conoscerlo. Ma come?
All’Università studiavo, fra altre materie, anche filosofia e tutte le idee dei filosofi mi interessavano, ma mi sembravano una partita di calcio. Prima il pallone stava nella metà del campo degli spiritualisti, poi passava in quello dei positivisti. Ma nessuno faceva mai goal.
Un versetto del Vangelo di Giovanni, mi ha dato la chiave per uscire dal mio dilemma. Mi è sembrato che Dio mi dicesse: “Vuoi sapere come sono? La risposta è nel Vangelo di Giovanni. Leggilo”. Nel capitolo 12:45 ho cominciato a vedere qualcosa.
Il versetto diceva: “Chi vede me, vede Colui che mi ha mandato”. Niente di più né di meno.
Erano parole di Gesù stesso. Nessuna teoria filosofica, nessun ragionamento a cavatappi. Era chiaro. Gesù mi diceva: “Guarda come sono e saprai come è Dio. Tale il padre tale il figlio. Io non faccio, non penso e non dico niente se non quello che farebbe, penserebbe e direbbe il Padre”. E ho cominciato a vedere la luce.
Nel post precedente ho detto che l’amore di Dio è eterno, incondizionato, dimostrato, giusto e coerente e deve essere accettato. Esattamente così è stato ed è l’amore di Gesù.
Gesù è eterno, è Dio e, prima di incarnarsi, era stato da sempre con Dio. Con Dio aveva creato il mondo e aveva deciso di creare l’uomo. Prima che qualsiasi cosa fosse creata, sapeva che l’uomo avrebbe disubbidito e sarebbe caduto nel peccato. Perciò il Padre , il Figlio e lo Spirito Santo da sempre concepirono il piano della redenzione. Questo piano comprendeva il sacrificio di Gesù. Era il piano concepito da un amore eterno.
Gesù ha amato anche con un amore incondizionato. Non c’è stata una persona che sia stata meno capita, più osteggiata e più calunniata di Lui. Ma Lui ha continuato a amare. E il suo amore lo ha portato alla croce. Per te e per me.
Sulla croce, fino all’ultimo, ha dimostrato questo amore. Ha perdonato chi lo aveva torturato e inchiodato. Ha pensato a affidare sua madre all’apostolo Giovanni. Chiunque avrebbe cercato di sfuggire a un supplizio simile e Lui avrebbe potuto annientare quelli che lo uccidevano. Ma ha detto: “Nessuno mi toglie la vita. Io la depongo volontariamente”. Ha voluto morire, perché non c’era altro modo per pagare il peccato dell’umanità.
D’altra parte, ha perdonato solo chi glielo ha chiesto. Il suo amore totale e infinito è anche coerente e giusto. Non può estenderlo a chi non si pente. Se ci fai caso, leggendo i Vangeli, ti renderai conto che proprio Gesù ha parlato più del giudizio e dell’inferno che di misericordia e di perdono.
Infine, è un amore offerto in dono. Offrire di pagarlo con buone opere, soldi e sacrifici è la più grande offesa che si possa fare a Dio e a Gesù. Vale la sua vita, perciò è impagabile. O ci si arrende a Lui, si crede a quello che la Bibbia dice e si fa come dice Lui, o si rimane nella condanna. Prendere o lasciare. Dopo tutto Dio è Dio e gli ordini li dà Lui.
Gabriele, io non ti posso convincere. Ti ho raccontato la mia esperienza. Spero che ti sia stata utile. La prossima volta, scriverò su un ritratto di Gesù. Ciao a te e tutti quelli che mi leggono. Siete tutti importanti.
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